Prove di un matrimonio a Nord Ovest

Prove di un matrimonio a Nord Ovest. Mentre le aggregazioni fra utilities lombarde segnano il passo e a Nord Est la voglia di alleanze si scontra con una selva di veti incrociati, all'ombra della Mole le cose si muovono in fretta. Nato con la benedizione dei due sindaci ulivisti, il genovese Giuseppe Pericu e il torinese Sergio Chiamparino, il progetto d'integrazione territoriale fra i due capoluoghi ha messo a segno in questi giorni un primo passo concreto: la genovese Amga e la torinese Smat si sono aggiudicate la gara per rilevare il 67% di Acque Potabili, in quota Italgas. L'acquisizione disegna i nuovi contorni di un'aggregazione in grado di servire circa 5 milioni di abitanti. L'alleanza idrica nata sull'asse Genova-Torino ha spazzato via concorrenti illustri come la francese Vivendi e la romana Acea, dopo mesi di resistenze da parte dell'Eni, che in un primo tempo aveva giudicato inadeguate tutte le offerte ricevute. Italgas ha dato il via libera solo grazie a un ritocco all'insù dell'offerta di Amga e Smat, che sono riuscite a portarsi a casa due terzi di Acque Potabili con poco più di 85 milioni e ora dovranno procedere al lancio di un'Opa sul resto. L'operazione rappresenta il primo risultato dell'alleanza sottoscritta in giugno fra le due società per attuare una strategia comune di crescita e di espansione territoriale, oltre che di razionalizzazione nell'ambito delle rispettive sfere operative. Ma l'alleanza Amga-Smat s'inserisce nel più vasto disegno di aggregazione concordato tra i due sindaci anche in materia di elettricità e gas, che sta portando alla fusione di Amga con Aem Torino: le due ex municipalizzate hanno appena completato uno studio interno sulle possibilità di sinergie industriali fra le due società e hanno affidato alla McKinsey l'incarico di advisor per la formulazione delle soluzioni necessarie all'aggregazione. "McKinsey – spiega il vicesindaco di Genova, Alberto Ghio – ci ha chiesto quattro settimane di tempo per preparare la documentazione. Ci aspettiamo di poter analizzare le proposte entro la fine dell'anno". Fra gli aspetti più delicati, c'è quello della governance della nuova entità: gli advisor potranno seguire il modello della fusione vera e propria tra Amga e Aem, oppure la strada di costituire una holding finanziaria di partecipazioni controllata dai Comuni, a cui verrebbe attribuita una quota della holding industriale quotata in Borsa. Nell'uno e nell'altro caso, non si tratta certamente di un matrimonio all'acqua di rose. E già oggi ci si sta ponendo il problema della squadra da chiamare ai vertici di questa super-utility del Nord Ovest. Fra i nomi che girano con maggiore insistenza sul fronte della holding, quello di Paolo Cantarella – ex amministratore delegato della Fiat – è stato bruciato in fretta dall'opposizione dei genovesi, che lo considerano troppo sbilanciato verso la Mole. La presenza poi di Fabrizio Palenzona – vicepresidente di Unicredit e membro della Fondazione Crt – fra i consiglieri di amministrazione dell'Amga, di cui Crt ha contribuito a finanziare l'aumento di capitale, delinea un incrocio finanziario che rafforza l'unione. Sul fronte industriale, l'alleanza schiera da un lato l'ex ministro Franco Reviglio, oggi presidente di Aem, dall'altra l'ad di Amga Roberto Bazzano, un manager cresciuto all'interno della società e fortemente impegnato sul fronte delle alleanze territoriali. L'ipotesi di aggregazione tra Aem e Amga è molto interessante per la complementarietà tra le due società, con Aem concentrata su energia e teleriscaldamento e Amga nell'acqua potabile e nel gas nei rispettivi bacini di riferimento, ma non è destinata a fermarsi qui. "L'accordo con Amga non potrà limitarsi a definire una nuova entità industriale fine a se stessa – spiega il direttore generale di Aem Torino, Roberto Garbati – ma dovrà essere intesa come primo importante passo di un percorso capace di aggregare le altre aziende energetiche locali che operano in Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta". Alessandria e Vercelli per il Piemonte, Sanremo e La Spezia per la Liguria potrebbero costituire la prima serie di alleati, mentre si sta consolidando la penetrazione di Amga nel Piemonte meridionale, dove la società genovese è già insediata da tempo in una quindicina di comuni attorno a Novi Ligure ed è recentemente approdata a Tortona, aggiudicandosi la gara per la gestione del servizio idrico integrato e del gas. Ma è la Valle d'Aosta – dove Amga è già presente nella gestione del riscaldamento degli edifici scolastici e regionali – l'obiettivo più ambito dell'aggregazione, con le 29 centrali idroelettriche della Compagnie Valdotaine des Eaux (Cva) che ne fanno un'esportatrice netta di energia fra le più attive. Il sindaco Chiamparino ha già gettato un amo in direzione del presidente di Cva Francesco Guerrieri, ma per ora resta un dialogo a distanza. Con l'"oro blu" valdostano, che l'anno scorso ha prodotto quasi 3 miliardi di chilowattora venduti sul mercato libero a prezzi molto remunerativi, trattandosi di energia verde, la maxi-utility del Nord Ovest si presenterebbe come un campione a tutto tondo, capace di competere con i giganti nazionali, ma anche sul mercato europeo.

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