Fotovoltaico in ostaggio della burocrazia

Luca Fermo è titolare di RayEnergy, impresa della provincia di Milano pioniera nell'installazione di sistemi fotovoltaici, con al suo attivo la serra fotovoltaica più grande d'Italia. Ha tre dipendenti e due di questi sono in ostaggio della burocrazia.

Da una rilevazione dell'Agenzia delle entrate risulta che le micro-imprese con meno di quattro dipendenti spendano in media quasi 2.000 euro l'anno per gli oneri amministrativi. Che ne dice?

"Dico che mi sembra un calcolo estremamente riduttivo. Nel mio settore devo chiedere un sacco di permessi e spendo certamente più di duemila euro solo in valori bollati. Ma poi c'è il costo delle risorse umane che si dedicano a tempo pieno a redigere domande, andare per uffici e controllare le normative che cambiano di continuo. Io impiego due persone su tre solo per questo, quindi nella migliore delle ipotesi va attribuito alla burocrazia il 70% dei miei costi aziendali".

Uno sfracello. Ma servono davvero due persone?

"E non bastano ancora. Facciamo qualche esempio: abbiamo in progetto una serra fotovoltaica da 10 megawatt, con un investimento nell'ordine dei 40-50 milioni di euro, da costruire a Scansano Ionico: sono 140mila metri quadri coperti, che porterebbero qualche centinaio di posti di lavoro in una zona depressa. Abbiamo ricevuto l'autorizzazione unica, un documento estremamente complesso, che passa tutto il progetto alla lente d'ingrandimento prima di essere concessa. Ma aspettiamo da oltre un anno un banalissimo permesso di costruire, che il Comune non ci ha ancora rilasciato. Nel frattempo sono stati tagliati gli incentivi e un ritardo di questa portata rischia di vanificare tutto il progetto: visto che la remunerazione non è più la stessa, l'investitore ha perso interesse nella cosa".

Un danno non da poco…

"Potrei citare un altro caso analogo, al Nord questa volta: abbiamo un cliente che vorrebbe costruire a Montichiari un impianto fotovoltaico da meno di 1 megawatt su un terreno che era adibito a discarica, dove c'è un premio maggiorativo degli incentivi del 5%. Malgrado sia stata diffusa una circolare firmata dal Presidente della Repubblica che invita a snellire l'iter burocratico per le fonti rinnovabili, esentando dall'autorizzazione unica gli impianti sotto 1 megawatt, il Comune di Montichiari insiste a chiederla, impionendoci una serie di costi in più e un lavoro ciclopico per l'inoltro della pratica. E anche qui rischiamo di perdere un altro anno, con relativo taglio degli incentivi. Altro che duemila euro…"