Gazprom avanza: ora tocca a Vienna

Dallo snodo di Baumgarten, cittadina alle porte di Vienna, passano 40 miliardi di metri cubi di gas naturale all' anno, equivalenti alla metà del fabbisogno italiano: un buon terzo dell' export russo verso l' Europa. E Gazprom ha appena concluso un accordo con il gruppo austriaco Omv per entrare al 50% nella proprietà di questo hub austriaco. Con questo impegno, destinato a essere finalizzato nel giro di qualche settimana, il presidente di Gazprom Alexei Miller ha messo la sua firma, insieme a quella del capo di Omv Wolfgang Ruttenstorfer, sotto il progetto di far diventare Baumgarten il principale hub europeo del gas. La prospettiva è di aumentare l' afflusso a 50 miliardi di metri cubi nel 2010 e di sostituire la piattaforma belga di Zeebrugge come punto di riferimento per fissare il prezzo del metano europeo. Già oggi Baumgarten è un importante stazione di stoccaggio, con un' intensa attività di trading, che coinvolge una sessantina di operatori europei. I principali clienti dell' hub austriaco – punto di partenza del gasdotto Tag (Trans Austria Gas Pipeline), al 90% dell' Eni, che porta il gas russo a Tarvisio – sono l' Italia, la Germania, la Svizzera e l' Ungheria. Non stupisce quindi l' interesse del Cremlino – che mira a dettare il prezzo del gas all' Europa senza concorrenti – nei confronti di questo snodo strategico. Ma con il suo sbarco a Vienna, Gazprom colpisce anche un altro obiettivo. Baumgarten, infatti, era destinato a diventare la stazione d' arrivo del Nabucco, il «gasdotto della libertà», su cui punta decisamente l' Unione Europea per diversificare le fonti di approvvigionamento del Vecchio Continente e portare in Europa il metano azero dai giacimenti del Caspio attraverso la Turchia. Sul Nabucco, un tubo lungo 3.300 chilometri che costerebbe 4 miliardi e mezzo di euro per portare in Europa 30mila metri cubi di gas caucasico all' anno, Miller è stato lapidario: «Non vedo risorse né riserve di gas capaci di alimentarlo». Ora che Gazprom prende possesso del suo punto di sbocco in Europa, non c' è dubbio che se ne vedranno ancora di meno. In alternativa al Nabucco, il Cremlino spinge invece il gasdotto sottomarino che attraverserà longitudinalmente il Mar Nero dalla Russia alla Bulgaria, saltando la Turchia, South Stream. Un altro tubo – di cui Gazprom ha appena avviato gli studi di fattibilità in partnership con l' Eni – destinato a soddisfare con gas russo la crescente domanda europea. «È evidente che l' ingresso di Gazprom a Baumgarten serve a minare il Nabucco in favore del South Stream», conferma Roberto Potì, direttore sviluppo di Edison e responsabile italiano della realizzazione di un altro, più modesto, «gasdotto della libertà», che porterà il gas azero in Europa passando da Sud invece che da Nord, attraverso la Turchia e la Grecia fino all' Italia, con un tubo di collegamento sotto il canale di Otranto. Edison partecipa al progetto con la costruzione di Igi, un gasdotto lungo 800 chilometri, in partnership con la greca Depa, che farà arrivare in Italia attraverso la Grecia 8 miliardi di metri cubi di gas entro il 2012. Il tassello fondamentale dell' interconnessione Turchia-Grecia-Italia è stato posato e messo in pressione qualche giorno fa, collegando la rete asiatica a quella europea con un tubo sottomarino che supera lo stretto dei Dardanelli, attraverso il quale è arrivata in Grecia la prima fornitura di gas del Caspio. L' inaugurazione di quest' opera storica ha visto fianco a fianco i primi ministri greco e turco, Costas Caramanlis e Recep Tayyip Erdogan, insieme al ministro dell' Energia americano, Samuel Bodman. Una presenza molto significativa, che non è passata inosservata. Per l' Italia si è mosso l' ambasciatore ad Atene Gianpaolo Scarante.

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