La rivincita dei materiali naturali: plastica verde per gli occhiali

I nuovi materiali ritornano all'antico. Una volta gli occhiali erano fatti di corno o di tartaruga, poi di celluloide, oggi di polimeri sintetici. E domani? Domani si ricomincia daccapo, dalle fibre naturali, per ottenere prestazioni migliori, maggiore versatilità e, non ultima, totale biodegradabilità. L'idea è venuta a Mazzucchelli, leader mondiale nei semilavorati per occhialeria, che cercando la strada per rendere le sue montature compatibili con le lenti in policarbonato, ha scoperto l'M49, una bioplastica ottenuta partendo dall'acetato di cellulosa, in cui anche i plastificanti sono di origine vegetale. "Spesso si pensa che tutelare l'ambiente significhi rinunciare a qualcosa, noi invece ci proponiamo di difendere l'ambiente, senza però togliere nulla alla qualità dei nostri materiali", spiega Giovanni Orsi, presidente della Mazzucchelli e rappresentante della quinta generazione della famiglia che ha fondato l'azienda nel lontano 1849. L'M49, infatti, offre performance di resistenza, elasticità e durezza superiori a quelle dell'acetato di cellulosa tradizionale.

La base, in fondo, resta la stessa. La cellulosa è il composto organico più diffuso in natura, estratto dalle fibre del cotone e del legno. Ma per essere lavorato, l'acetato di cellulosa ha bisogno di plastificanti, che sono sempre di origine sintetica e lo rendono incompatibile con le lenti in policarbonato. L'idea di utilizzare plastificanti privi di ftalati (tipici agenti plastificanti di origine petrolchimica) deriva dalla necessità di superare questa incompatibilità, caratteristica importante nell'occhialeria, oggi grande consumatrice di acetato di cellulosa per i prodotti di alta gamma grazie alle elevate qualità estetiche e al particolare tocco setoso del materiale. Il risultato è una bioplastica di origine vegetale – in cui anche i plastificanti sono certificati come non provenienti da colture alimentari – e molto più compatibile con polimeri diversi.

L'M49 sarà prodotta inizialmente solo in Italia, nello stabilimento di Castiglione Olona, dove le capacità produttive possono essere facilmente adeguate in funzione del gradimento che questo materiale otterrà sul mercato. "Siamo convinti che la nostra scoperta avrà ampie ricadute anche su altri settori", sostiene Orsi. Un produttore tedesco di mobili, per esempio, ha scelto questo biopolimero per produrre pannelli per arredamento, sfruttando anche in questo caso le proprietà estetiche del materiale. "In effetti, le differenze di costo sono irrisorie: sostituire i derivati dal petrolio con biomateriali non è mai un problema economico, semmai pone qualche complicazione nei processi produttivi, che in questo caso sono state facilmente superate", precisa Orsi.

Oltre allo stabilimento italiano, Mazzucchelli ha tre unità produttive in Cina e domina il settore dei semilavorati per occhialeria con oltre metà del mercato. Nel complesso occupa circa duemila addetti, un quarto dei quali in Italia. La società ha recentemente siglato un accordo di joint-venture con la statunitense Eastman per la produzione di acetato di cellulosa in Cina: l'impianto, che entrerà in funzione nei primi mesi del prossimo anno, avrà una capacità di 7mila tonnellate annue. Nessuno può prevedere i tempi della diffusione, ma è già un buon segno che la prima linea di occhiali biodegradabili sia firmata Gucci.