Le nuove città intelligenti a congresso a Firenze

Risparmio energetico, ma anche connettività diffusa. Le città sostenibili devono essere anche intelligenti se vogliono vincere la sfida della modernità. I 400 sindaci che si sono ritrovati oggi a Firenze per il consiglio mondiale dell'United Cities and Local Governments, la più grande organizzazione internazionale dei governi locali con oltre 1000 città e 112 associazioni da 36 Paesi, sono i protagonisti di questa rivoluzione. "Credo sia importante conoscere le esperienze degli altri sindaci: talvolta prendere esempio da altri può arricchire ed essere utile", ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Da Amsterdam a Stoccarda, da Parigi a Vancouver, tutte le città più avanzate in materia di mobilità sostenibile e reti intelligenti hanno contribuito con la loro esperienza al dibattito in Palazzo Vecchio, insieme ai rappresentanti delle imprese che contribuiscono con le loro tecnologie a far diventare le città sempre più efficienti, da Philips a Cisco, da Telecom Italia a Elsag, da Thales a Mercedes.

La sfida è enorme, come si vede dai problemi di qualità dell'aria che assillano le metropoli, anche in Italia. Per la prima volta nella storia, dall'anno scorso la popolazione urbana del pianeta ha superato quella rurale e già oggi l'80% delle emissioni a effetto serra vengono prodotte dalle città. I consumi energetici e i trasporti sono i principali responsabili dell'inquinamento che soffoca i centri urbani e per tagliare le emissioni il nuovo homo civicus dovrà cambiare radicalmente le sue abitudini, in tutti gli ambiti della vita quotidiana: i consumi energetici, gli spostamenti, la gestione dei rifiuti, la logistica, il lavoro, l'intrattenimento. Per questo abbiamo bisogno di città agili e interconnesse, dove i trasporti pubblici siano facilmente navigabili grazie a informazioni e pagamenti unificati in una sola tessera, dove le informazioni sui consumi energetici siano immediate e facilmente fruibili, dove la densità abitativa aiuti a sfruttare i piedi o la bici per gli spostamenti di corto raggio e dove gli insediamenti si sviluppino lungo le direttrici del trasporto pubblico su rotaia, più che lungo le strade, scoraggiando l'uso dell'auto.

Le tecnologie per questa rivoluzione esistono già, basta usarle. Dagli esempi più avanzati portati a Firenze emerge una nuova convergenza: molte reti tecnologiche tradizionali (elettricità, trasporti, acqua, banda larga) stanno convergendo nelle città di oggi. Le reti di illuminazione si integrano con le reti a banda larga e acquistano altre funzionalità, contribuendo anche al taglio dei consumi grazie alla tecnologia Led. Non solo i sistemi di illuminazione divengono più intelligenti, interagiscono con le persone e i veicoli che passano e con gli edifici, ma diventano anche l'infrastruttura abilitante per nuove applicazioni e utilizzi. Un sistema d'illuminazione in grado di supportare anche la trasmissione dati può diventare la spina dorsale per hotspot wifi, video interattivi per turisti, reti per il monitoraggio ambientale e il governo della mobilità, offrendo importanti sinergie con le reti di colonnine per la ricarica delle auto elettriche e con le reti semaforiche intelligenti. Si può così immaginare che la utility più "povera" divenga presto un asset centrale di sviluppo e innovazione urbana, secondo le prospettive illustrate da Telecom Italia. L'open data è un acceleratore di questa nuova infrastruttura intelligente. Le città e le comunità locali possono mettersi alla testa di questo percorso di sviluppo sostenibile, individuando le applicazioni per le nuove potenzialità. Ma serve una visione che guardi lontano.