Le Authorities vanno a scuola a Firenze

Una piattaforma comune ai 25 Paesi dell'Unione dove mettere assieme le conoscenze delle autorità regolatorie europee con quelle dei decisori politici e industriali, degli accademici e dei ricercatori, per sviluppare un linguaggio e una cultura regolatoria comune, anticipare nuove sfide e disseminare le best practices. Sarà tutto questo e forse qualcosa in più la Florence School of Regulation, che ha appena aperto i battenti all'European University Institute di Firenze, come joint venture fra la Commissione europea, il Consiglio delle autorità europee dell'energia (Ceer) e il Centro Robert Schuman di studi avanzati sotto la direzione di Pippo Ranci. "Partiamo come punto di riferimento europeo per chi si occupa di regolamentare il mercato dell'energia, anche perché siamo sostenuti dalle imprese del settore – spiega Ranci, ex presidente dell'Autorità per l'energia – ma contiamo di allargarci agli altri mercati regolamentati, cercando di riempire un vuoto molto sentito in questo campo: non esiste un luogo in Europa dove i decisori del mercato unico possano confrontarsi con le autorità regolatrici nazionali e con gli studiosi europei, per sottoporre a un'analisi comparata i meccanismi nati dalle esigenze interne di ogni settore". A riempire questo vuoto arriva ora la Florence School of Regulation, nata da una precedente consuetudine fra il Ceer e l'European University Institute, dove insegna anche Giuliano Amato, uno dei primi presidenti dell'Antitrust. "Già da qualche anno – precisa Ranci – il Ceer tiene qui i corsi di formazione per i dipendenti delle diverse Autorità europee dell'energia. La scuola parte da questo nucleo già esistente per allargare il suo campo d'azione a seminari più articolati e più aperti, ma anche a corsi brevi più avanzati, pensati per far incontrare i vertici delle Autorità con rappresentanti della Commissione, accademici e imprese". La missione della scuola fiorentina si ferma qui: non è stata pensata per arrivare a veri e propri corsi universitari strutturati, già offerti da altri istituti europei. "Cercheremo di fare quello che le altre università non fanno – commenta Ranci – muovendoci fra iniziative più ristrette e grandi conferenze di alto livello, come quella che stiamo già organizzando per la prossima primavera". L'interesse per l'iniziativa, del resto, già oggi non manca: i dieci nuovi membri dell'Unione sono i più attivi sul fronte dell'apprendimento, ma arrivano segnali anche dall'esterno. "Abbiamo avuto richieste di partecipare ai nostri corsi anche da Paesi non ancora aderenti, come la Romania e la Turchia", fa notare Ranci. Segno che la scuola fiorentina ha molto lavoro da fare.

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