L' energia del sole piace al gruppo De Benedetti. Il braccio energetico del gruppo, Sorgenia, guidato da Rodolfo De Benedetti, è diventato il leader italiano nel fotovoltaico, con quattro megawatt di potenza installata. E dopo i primi quattro impianti entrati in esercizio (due a Villacidro in Sardegna, uno a Benevento e l' altro a Enna), è previsto che altri 11 nuovi entrino in produzione entro marzo 2008, portando la potenza a 15 megawatt. Niente in confronto a una banale centrale a gas (che da sola può mettere assieme 400-800 megawatt) ma pur sempre un quarto del fotovoltaico italiano che, per ora, non supera i 60 megawatt in tutto. «Le ragioni di questo interesse per il fotovoltaico, cui abbiamo destinato un investimento di 85 milioni, sono semplici – spiega Massimo Orlandi di Sorgenia -. Le crescenti difficoltà nello sfruttamento dei combustibili fossili, dovute all' esaurimento del petrolio facile e alle preoccupazioni per l' effetto serra, stanno scatenando una rivoluzione tecnologica e industriale a livello planetario. L' energia del sole è il fronte più caldo di questa rivoluzione: meglio esserci». Il momento in Italia è propizio. Il nuovo sistema di incentivi in conto energia, partito nel 2005 con decreto del precedente governo, ha rovesciato una pioggia di sussidi su questa fonte da noi così abbondante eppure così poco sfruttata. Basta dire che la potenza fotovoltaica della brumosa Germania equivale a 50 volte la nostra, mentre la Spagna ha già raddoppiato rispetto a noi. Proprio per evitare che il Paese del sole perdesse il treno del fotovoltaico, è partito il nuovo sistema di incentivazione, volto a rendere più semplice la remunerazione e ad aumentare la redditività. Con questa spinta, ripresa dal governo attuale con alcune modifiche, si è scatenato il boom. «Ma con l' ultimo decreto, dell' inizio di quest' anno, già si comincia a scoraggiare l' installazione di impianti a terra – obietta Orlandi -. Peccato, perché in una situazione in rapida evoluzione tutte le opzioni tecnologiche vanno presidiate con giudizio». Come l' opzione del solare termodinamico, sistema a concentrazione caro al fisico Carlo Rubbia: che aveva avviato le prime sperimentazioni in Italia ma poi è andato a sviluppare i suoi progetti in Spagna. Ora l' Enel ci sta provando con il progetto Archimede, a Priolo. «Lo faremmo volentieri anche noi, se ci fossero gli stessi incentivi che ci sono in Spagna», conferma Orlandi. Per partecipare alla rivoluzione del sole, infatti, bisogna stimolare gli investimenti in tutta la filiera. «In Italia è mancato il coraggio dei tedeschi, che hanno incentivato per anni eolico e fotovoltaico favorendo investimenti nella produzione e ora hanno una fiorente industria – dice Orlandi -. Per colmare questo vuoto, abbiamo acquisito uno stabilimento di produzione di celle vicino a Roma e una società di progettazione, così da poter fornire impianti chiavi in mano ai clienti». Primi passi.
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