Grande corsa all’energia del sole. Con buoni motivi di soddisfazione, visto che nel 2009 abbiamo superato il muro di un gigawatt di potenza installata e ci stiamo progressivamente riallineando ai campioni europei delle fonti rinnovabili, Spagna e Germania in testa. Ma con qualche incognita per il futuro, perché la nostra corsa è trainata dall’imminente scadenza dei vecchi e generosi incentivi pubblici al fotovoltaico. E il dibattito è ancora aperto sul nuovo regime, con tutta probabilità più avaro, che dovrebbe scattare entro fine anno. Sta di fatto che il fotovoltaico italiano chiude il 2009 con un raddoppio rispetto a fine 2008, con oltre 1000 megawatt di potenza e 70mila impianti capaci di generare 1.300 gigawattora l'anno. Abbastanza per dare luce a 500mila famiglie, cioè 1,2 milioni di persone, corrispondenti all'intera popolazione del Friuli-Venezia Giulia. Un record raggiunto grazie all'accelerazione dell'ultimo biennio, ma che la Germania o il Giappone avevano già superato nel 2004, favorendo la nascita di colossi come Q-Cells o Solarworld, Sharp Solar o Mitsubishi Electric, marchi che oggi siamo abituati a leggere sui pannelli intallati in Italia. Il nostro ritardo, infatti, non ha favorito la nascita di una filiera produttiva locale, per cui la crescita del fotovoltaico italiano si basa sulla massiccia importazione di pannelli e apparati di controllo dall'estero. L'industria fotovoltaica nazionale è in forte crescita, ma è principalmente costituita da distributori e installatori: nel 2009 è arrivata a un migliaio di imprese, molte delle quali di nuova creazione, con un fatturato complessivo stimato in almeno 2,5 miliardi di euro e più di 20mila occupati, direttamente o indirettamente. Mentre a monte – cioè nella produzione e vendita del silicio e dei pannelli, dove i margini sono ben più alti – l'import raggiunge quota 98%. Non esiste una produzione nazionale di silicio policristallino, la materia prima di base dei pannelli fotovoltaici, e la Silfab di Franco Traverso, che voleva creare un polo produttivo italiano a Borgofranco d'Ivrea, ha appena annunciato il trasferimento del progetto in Nord America, dove ha ricevuto aperture di credito più consistenti. E anche sulla produzione di pannelli non siamo messi molto meglio. Ora ci stanno investendo Enel e StMicroelectronics, che hanno stretto un'alleanza con la giapponese Sharp per la realizzazione di una fabbrica da 770 milioni di euro a Catania, operativa dall'anno prossimo. Solarday, che sforna già i moduli, vuole entrare nella produzione di celle su vasta scala. La Ferrania di Cairo Montenotte si è riconvertita in Ferrania Solis, dalle lastre radiografiche ai pannelli. L'Electrolux di Scandicci sta per essere riconvertita a questa produzione. Ma il grosso degli investimenti sta nell'ultima parte della filiera, l'installazione di pannelli per produrre energia. Il Gse, il gestore dei servizi energetici che coordina i sussidi pubblici, prevede che entro il prossimo luglio si arriverà ai 1.200 megawatt incentivati, il massimo previsto dal regime in scadenza. E quindi infuria l'assalto finale ai 200 megawatt incentivabili con il regime attuale. Con attori vecchi e nuovi che moltiplicano gli sforzi. Ternienergia quest'anno costruirà sei impianti fotovoltaici per una potenza di 14,5 megawatt investendo 45 milioni. Helio Capital mette in campo un investimento di 60 milioni, con l'obiettivo di raggiungere i 16 megawatt di potenza installata entro la fine dell'anno. E la neonata Solar fa cassa fra fondi europei di private equity e punta addirittura a 40 impianti da altrettanti megawatt, sparsi fra Puglia, Sicilia e Basilicata. Solar Investment Group, che parte con un capitale iniziale di 32 milioni ma conta di mobilitarne altri 150 entro la fine dell'anno, è sostenuto da un parterre de roi di non poco conto. L'ad è Luca Concone, ex McKinsey poi chiamato da Letizia Moratti a fare da super-manager nel Comune di Milano, senza grande successo. Insieme al co-fondatore Paolo Pagella, aveva già avviato un'altra azienda fotovoltaica, Enexon. Il terzo co-fondatore è Fabio Cannavale, ex-AT Kearney e fondatore di Volagratis. Presidente è Achille Colombo, ex ad del gruppo Falck. Tra i soci Roger Abravanel (già stratega di McKinsey), Andrea Casalini (ad di Buongiorno), Stefano Ferro (ad di B&B Italia), Carlo Micheli (fondatore di Fastweb), Andrea Rossi (ad di Axa Italia). Non tutti ce la faranno a rientrare nel tetto dei 1.200 megawatt incentivabili, ma è previsto un meccanismo che garantisce l'incentivo ora in vigore anche a tutti gli impianti autorizzati che entreranno in funzione nei 14 mesi successivi.
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