Il porto di Venezia ha l’obiettivo di diventare il primo scalo "carbon neutral", riqualificando l’area portuale dal punto di vista energetico e procedendo lungo un percorso di tutela del porto e di tutta la laguna. Con oltre 2mila ettari di superficie, 30 chilometri di ormeggi, 205 chilometri di rete ferroviaria interna e 70 di rete stradale, 13 terminal commerciali, 10 industriali e uno crocieristico, gestiti da 5 mila addetti, 300 operatori portuali e 24 imprese terminaliste, il porto di Venezia è una delle più grandi "industrie del mare" della penisola. Con il passaggio di 541 navi da crociera e 25.2 milioni di tonnellate di traffico merci nel 2009, Venezia è oggi il primo home port del Mediterraneo per numero di croceristi movimentati nonché il primo porto container del Nord Adriatico. E non è tutto, perché a breve saranno realizzati nuovi progetti per l’ampliamento dell’area portuale, con acquisizioni in terraferma a Porto Marghera.Ma il primo obiettivo è l'elettrificazione delle banchine per alimentare le navi da crociera durante la sosta in porto, evitando le emissioni prodotte dai generatori di bordo. Il cold ironing è il primo tassello nel piano ambientale dell’Autorità Portuale di Venezia: ci sono progetti per il moto ondoso e le vibrazioni, per migliorare la qualità dell’aria e diminuire i rumori, per procedere a bonifiche ambientali e per gestire al meglio i rifiuti e l’acqua piovana. E ci sono altre iniziative energetiche, come il progetto pilota di una centrale elettrica alimentata ad alghe. Un progetto ambizioso, per cui sta partendo la prima sperimentazione sull’isola di Pellestrina con 5 o 6 bioreattori. Dopo la sperimentazione, la prima applicazione industriale potrebbe trovare sviluppo nell’isola di Tresse, con la costruzione di un impianto da 50 MW, pari alla metà della potenza necessaria agli abitanti del centro storico di Venezia.
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