Le reti elettriche sfidano le turbolenze e vanno in Borsa.
La prima e probabilmente unica matricola di quest'anno, che affronterà oggi
la prova della Borsa, sarà il gruppo Tesmec, uno dei primi player mondiali
nella posa delle reti elettriche ad alto voltaggio. Mentre tutte le altre Ipo
continuano a slittare, il gruppo bergamasco ha deciso di tener fede agli
annunci e ha concluso venerdì scorso il collocamento di oltre 53 milioni di
azioni, più gli 8 milioni della greeenshoe.
"La quotazione in Borsa fa parte di un progetto di
lungo periodo, è un passaggio obbligato per competere sul piano globale, su
appalti miliardari dove la solidità finanziaria e la credibilità del fornitore
sono molto importanti", spiega il presidente e amministratore delegato
Ambrogio Caccia Dominioni. Al termine dell'operazione, la capitalizzazione
oscillerà fra 75 e 107
milioni di euro, ma solo 16,5 milioni derivano da un aumento di capitale,
mentre il resto verrà dalla vendita della partecipazione del socio finanziario,
Gianluca Vacchi, che scende dal 40 al 2%. In pratica, considerando che così
andrà sul mercato oltre il 57% del capitale e la società diventerà
contendibile, lo sbarco in Piazza Affari rappresenta per la famiglia anche un
modo per facilitare alleanze di ampio raggio e per gestire meglio, in futuro,
la successione. Ecco perché lo scorso autunno Caccia Dominioni lasciò cadere
l'offerta del fondo di private equity di Giuseppe Tronchetti Provera, Ambienta,
che sarebbe entrato a un prezzo superiore di quello oggi pagato dal mercato.
"Il nostro
settore è al centro di una rivoluzione epocale, le reti diventano
internazionali e sempre più intelligenti, devono reggere la produzione
incostante delle fonti rinnovabili e sviluppare funzioni di misurazione che una
volta non avevano, si parla di smart grid e di generare energia in luoghi
sempre più lontani dai centri di consumo", spiega Caccia Dominioni. Non a
caso il gruppo bergamasco, che può contare su trecento dipendenti e su un
fatturato superiore a 86 milioni di euro e utili oltre i 7 milioni, fa il 95
per cento del suo giro d'affari all'estero. Ha contribuito ad esempio alla posa
della prima linea ad altissimo voltaggio del mondo, appena completata in Cina,
capace di reggere una tensione fino a 1000 kilovolt e lunga 623 chilometri,
su tralicci alti quanto la Tour Eiffel.
L'asso nella manica di Tesmec sono le sue macchine. I
bestioni, sfornati dai tre stabilimenti lombardi e da una fabbrica ad Alvarado,
in Texas, sono specializzati da un lato nella tesatura di linee elettriche (anche
ferroviarie) e cavi in fibra ottica, dall'altro negli scavi in linea per la
posa di reti e di tubi interrati. Nei due settori, complementari e fondamentali
per le opere infrastrutturali, il gruppo ha il 17 e il 16 per cento del mercato
globale. L'obiettivo, ora, è crescere nei Paesi dove le infrastrutture sono al
centro dello sviluppo, dall'India alla Cina al Medio Oriente, tutte economie
che godono di ampie riseve di liquidità, con cui i governi pianificano
importanti investimenti. Lo sbarco in Borsa aiuterà a finanziare l'espansione e
a ottenere maggiore visibilità a livello internazionale.