Ci siamo: l’elettrodotto Sicilia-Calabria ha ottenuto il
via libera definitivo dal Minambiente e dal Mse. Ora non ci saranno più scuse per nessuno. Terna dava la colpa al ministero dell'Ambiente che non
rilasciava la valutazione di impatto ambientale. Il ministero di
Stefania Prestigiacomo ce l'aveva con la regione Sicilia che bloccava
tutto per i possibili danni all' avifauna. Ieri, invece, con la firma
del ministero dello Sviluppo (interim del premier, ma a cura del
sottosegretario Stefano Saglia) gli ostacoli al benedetto elettrodotto
Sicilia-Calabria paiono essere spazzati via. Il cavo elettrico più
invocato d'Italia potrà ora essere finalmente posato tra
Sorgente (Messina) e Rizziconi (Reggio Calabria): sarà la più lunga
linea elettrica sottomarina in corrente alternata del mondo, con un
tratto di 38 chilometri sotto le acque del Tirreno che aggira lo stretto
di Messina. Ma soprattutto, legando l'isola al continente, permetterà
di farla finita con quei «giochetti» che facevano salire il
prezzo dell'energia elettrica a livelli esagerati. A
spese non solo delle imprese e dei cittadini locali, ma anche di quelli
nazionali, visto che il prezzo dell'area siciliana «fa media» con le
altre zone d'Italia e quindi contribuisce a far salire il Pun, il
prezzo unico nazionale.
Si confida, ora, che i lavori possano procedere
speditamente. Il collegamento Sorgente-Rizziconi, che richiede 700 milioni di investimenti, avrà 2.000 MW di
potenza, 105 km di lunghezza (38 km di cavo sottomarino) e porterà 800 milioni
annui di risparmio per il sistema elettrico italiano.
Ma il problema è che per vedere realizzato il cavo ci vorranno comunque
“3-4 anni”, come ha sottolineato lo stesso gestore. E in questo lasso
di tempo l’impatto degli altissimi prezzi siciliani sul prezzo unico nazionale dell'energia non verrà
meno, mentre i margini degli operatori con impianti nel Sud Italia,
Sorgenia in testa, rischiano di essere erosi irrimediabilmente.
Per questo lo sblocco dell’opera non ha fermato il
dibattito su una soluzione che anticipi i
benefici del cavo. Domani ci sarà
una riunione del tavolo tecnico tra Assoelettrica e i rappresentanti della
domanda. Le parti presenteranno le rispettive
proposte, utilizzando come base di partenza l’emendamento Piscitelli al
Dl manovra, bocciato in commissione al Senato (insieme alla
proposta del senatore Tancredi sull’elettrodotto virtuale). Nella sua
formulazione originaria il testo non soddisfaceva pienamente né i
consumatori, né Enel, né Sorgenia. Ma l’idea della compensazione da
attribuire ai produttori sulla base della differenza tra il Pun e il
prezzo zonale potrebbe trovare un accordo comune. Gli energivori
chiedono di beneficiare anche loro della misura, l’ex monopolista vuole
rassicurazioni sul fatto che non dovrà sobbarcarsi tutti gli oneri,
mentre a Sorgenia e agli altri operatori attualmente penalizzati
potrebbero essere riconosciuti dei diritti particolari in base
all’efficienza degli impianti. Un compromesso, quindi, è fattibile ma non facile.