E' possibile un futuro senza petrolio? Un futuro in cui sulle strade circolino solo auto elettriche? In Europa non è fantascienza, bastano dieci anni. E' la previsione di Shai Agassi, guru israeliano delle reti di distribuzione per l'auto elettrica, che ieri ha lanciato la sua provocazione alla nona conferenza annuale di Stoa, il gruppo di lavoro del Parlamento europeo che si occupa della valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche.
"L'Europa funzionerà senza petrolio in meno di 10 anni, tra il 2015 e il 2020, è inevitabile", ha assicurato Agassi, appena incluso da Foreign Policy nell'elenco dei cento pensatori più influenti al mondo. "Non cambieremo a causa del riscaldamento climatico, ma soltanto perché il petrolio diventerà troppo costoso". Da dieci dollari al barile di qualche anno fa il petrolio è salito ormai a 100 dollari e "se la Cina non smetterà di produrre macchine al ritmo attuale, aumenterà in pochi anni fino a 230 dollari al barile", ha detto Agassi. E a quel punto, sostiene Agassi, qualcosa andrà fatto di sicuro. La Cina lo ha già capito, dando il via agli investimenti nelle batterie per l'auto elettrica e se l'Europa non vuole restare indietro e perdere il suo ruolo di prima produttrice di macchine al mondo, questo è il momento di agire.
''I consumatori – afferma Agassi – adotterano le auto elettriche se queste costeranno quanto un'auto tradizionale, con un costo molto più basso per chilometro''. Il raggio d'azione limitato dei veicoli elettrici si può risolvere con una rete di distributori a ricarica rapida, dove si possa scambiare la batteria scarica con una carica. ''Il prezzo per costruire questa rete – ha sostenuto l'ad di Better Place, che sta applicando questo modello in Danimarca – su un qualsiasi territorio europeo è equivalente a sei giorni delle sue spese per la benzina''. Ora tocca ai legislatori europei attrezzarsi velocemente, perché la Cina è già pronta a prendere il sopravvento anche su questo fronte.