Il via al ponte elettrico per collegare l'Italia con l'area strategica dei Balcani e l'accordo per la super-rete del Mare del Nord sono solo i primi segnali. Le interconnessioni sottomarine e le smart grid si annunciano come la nuova frontiera per un settore industriale, quello delle reti, in rapida crescita. E l'Italia, con la posa del primo cavo di Terna che unisce la Sardegna al continente e 32 milioni di contatori elettronici installati dall'Enel sul territorio, è già all'avanguardia. L'Unione Europea punta a trasformare in smart grid il 50% delle reti europee al 2020 e il 100% al 2030, con un investimento complessivo di 120 miliardi di euro: dei 2 miliardi appena stanziati dall'Ue, un terzo andrà all'Italia.
Il programma è indispensabile per affrontare la crescita prevista di energia elettrica da fonti rinnovabili. "Le reti intelligenti sono un progetto irrinunciabile", ha detto il presidente dell'Authority Alessandro Ortis allo Smart Grid International Forum, organizzato a Roma dal Gruppo Italia Energia. Alle centrali di grande taglia alimentate da combustibili fossili, infatti, si sta affiancando in questi anni una miriade di piccoli impianti da fonti rinnovabili, che producono corrente in modo discontinuo, solo quando soffia il vento o splende il sole, e non si costruiscono vicini alla domanda, ma dove ci sono le risorse, spesso in zone remote, le più ventose nel Mare del Nord o le meglio soleggiate nel deserto del Sahara. Ma la rete elettrica oggi ha una struttura a stella e a senso unico: dalle centrali elettriche a produzione costante e programmabile partono, come bracci, le linee di alta tensione verso i consumatori. Una smart grid, invece, è una rete con molti snodi e una serie di tecnologie intelligenti, capaci di bilanciare e ridistribuire i flussi di produzione delle diverse fonti, compensando automaticamente gli sbalzi dovuti a una nottata particolarmente ventosa o a una giornata splendente, che possono mandare le vecchie reti in sovratensione, con conseguenti blackout.
La partita industriale è già cominciata, con la nascita del consorzio europeo Friends of the Supergrid, cui ha aderito anche l'italiana Prysmian (ex Pirelli Cavi), specializzata nei grandi cavi elettrici sottomarini e attualmente impegnata nel takeover dell'olandese Draka, con cui andrebbe a formare il leader mondiale del settore, a quasi 6 miliardi di fatturato complessivo. Non a caso il 65% del margine operativo lordo 2009 della società guidata da Valerio Battista è venuto dal settore dei cavi tecnologici e la trasmissione di energia assicura un portafoglio ordini da un miliardo di euro. Prysmian è anche coinvolta nello studio del progetto Transgreen, la rete d'interconnessioni sottomarine che servirà a collegare all'Europa il grande parco solare progettato in Nord Africa dal consorzio Desertec.
Ma non è certo l'unica azienda italiana ad approfittare della crescita del settore. Enel, che investe un miliardo l'anno nelle reti, è protagonista nelle smart grid con i suoi 32 milioni di contatori intelligenti e la gestione dell'85% delle reti cittadine. La divisione reti dell'ex monopolista, guidata da Livio Gallo (presidente dell'European Distribution Systems Operators), è capofila del progetto europeo sulle smart grid ed è appena sbarcata in Corea per sviluppare con l'operatore Kepco la trasformazione dei sistemi coreani di distribuzione dell'energia, con particolare attenzione all'utilizzo dell'eletrricità nei trasporti. Su questo fronte, Enel sta già installando le prime colonnine per la ricarica delle auto elettriche in diverse città italiane, da Milano a Brescia, da Bologna a Reggio Emilia, da Firenze a Pisa, che costituiranno una parte integrante delle reti distributive del futuro. E ha firmato una convenzione con il ministero dello Sviluppo Economico per un programma triennale da 77 milioni incentrato sull'istallazione di cabine elettriche di nuova generazione nella rete a media tensione, in alcune aree pilota del Sud. Il passo successivo è arrivare anche alla bassa tensione intelligente, cioè alla piccola produzione da rinnovabili distribuite sui tetti delle case, con gli stessi metodi di controllo e di previsione che oggi si stanno sviluppando sulla media tensione.
Sull'alta tensione, invece, il sistema di comunicazione e di controllo interno è già attivo da qualche anno. Qui è Terna, responsabile dell'infrastruttura nazionale primaria, che sta lavorando perché la rete italiana si evolva di pari passo con il sistema elettrico ed è in prima linea nello sviluppo delle interconnessioni sottomarine, come quella che sta per realizzare verso il Montenegro. "Solo nel 2008 – ha fatto notare il presidente di Confindustria Anie Guidalberto Guidi al forum di Roma – a livello mondiale sono stati fatti investimenti complessivi sulle reti di trasmissione e distribuzione superiori ai 90 miliardi di dollari". E sono investimenti destinati a crescere.