Bloccare il nucleare non significa aprire la strada a un modo bello e pulito di produrre energia. Al contrario, significa bruciare sempre più combustibili fossili. Questa è la convinzione di Chicco Testa, ex presidente dell'Enel e antinuclearista pentito.
Una volta ancora l'Italia decide il suo futuro energetico sull'onda dell'emozione scatenata da un incidente. Quali sono le conseguenze dello stop al programma nucleare?
"Il blocco del programma nucleare porterà da un lato a una nuova vittoria delle fonti fossili (carbone, gas e petrolio), dall'altro lato a una sconfitta dei consumatori e dell'ambiente. Le fonti fossili, infatti, presentano tre rischi gravi: il rischio di prezzo, che aumenta a dismisura a ogni crisi geopolitica; il rischio di approvvigionamento, come dimostrato dai blocchi del gas russo qualche anno fa o di quello libico oggi; il rischio ambientale, con l'inquinamento e l'effetto serra causati bruciando questo tipo di combustibili".
Ma l'alternativa al nucleare non sono le fonti rinnovabili?
"Non è vero. Al momento attuale i combustibili fossili contribuiscono alla produzione di elettricità nel mondo per il 66%. Quindici anni fa era il 63%. In 15 anni hanno aumentato la loro quota di 3 punti percentuali, a discapito delle altre fonti, su una torta totale che è aumentata del 50%. Le fonti rinnovabili, invece, sono aumentate solo dello 0,2% (zero virgola due), passando dal 19,7% al 19,9%".
Com'è possibile, con tutti gli investimenti fatti nel sole e nel vento?
"Molto semplice. Sole e vento sono cresciuti, arrivando, insieme alla geotermia, all'1,8% della produzione elettrica totale. Ma in compenso la produzione idroelettrica ha perso l'1,6%. E continuerà a perdere, temo, perché ormai sono pochi i grandi bacini idroelettrici che si realizzano nel mondo. Risultato finale: l'energia elettrica si fa sempre di più con i combustibili fossili. Il carbone da solo fa più del 40%, con un aumento in 15 anni di 2 punti percentuali. E sono stati 15 anni in cui non si è fatto altro che parlare di Kyoto e di effetto serra. Bel risultato".
Quindi l'alternativa nucleare-rinnovabili è una bufala?
"Certo. Naturalmente questi numeri non li troverete mai nelle pubblicazioni ostili al nucleare. Per esaltare le performance delle rinnovabili si citano i numeri della potenza installata, dimenticando di dire che l'energia non è potenza, ma il prodotto fra la potenza e le ore di effettivo funzionamento. In Italia, mediamente, 1200 per il sole e 2000 per il vento, su 8700 ore che ci sono in un anno. I miei amici ambientalisti questi numeri preferiscono non vederli, come preferiscono non vedere le decine di miliardi di incentivi, che vengono concessi alle fonti rinnovabili per contribuire con qualche esiguo punto percentuale al fabbisogno elettrico italiano".
Ma che senso ha continuare questa discussione, dopo che l'incidente giapponese ha condannato il nucleare?
"Vediamo allora qualche altro numero, preso questa volta da un rapporto congiunto dell'Unione Europea e dell'Oms. Numero di morti per unità di energia elettrica prodotta, dalle diverse fonti. Carbone: 161 per ogni miliardo di kilowattora. Nucleare: meno di 1. Il carbone, sempre lui, con cui si fa il 40% dell’energia elettrica mondiale, è responsabile di più di 1 milione (1.000.000) di morti all'anno. Nemmeno Greenpeace è capace di sostenere che l'energia nucleare ne ammazza di più".
Conclusioni: la produzione elettrica si è fatta, si fa e si farà sempre di più con i combustibili fossili?
"Esatto. La domanda di energia elettrica continuerà a crescere, il nostro prossimo futuro sarà dominato dai combustibili fossili, continueremo ad avere 1 milione di morti all'anno per l'inquinamento da essi prodotto, pagheremo l'energia sempre più cara, sarà ancora più difficile ridurre le emissioni di CO2, pagheremo in Italia 6 miliardi di euro l'anno di incentivi alle rinnovabili per 20 anni. Ne vale la pena?"