Crisi libica e terremoto in Giappone hanno riacceso i riflettori sulle energie rinnovabili, nonostante i malumori per gli eccessi di crescita e le incertezze sul fronte degli incentivi pubblici.
"Il livello di fiducia resterà alto, malgrado le battute d'arresto in alcuni mercati", ha detto il direttore Renewables and Cleantech di PricewaterhouseCoopers, Ronan O'Regan, alla presentazione del rapporto PwC Renewables Deals. Il rapporto sottolinea l'importanza dello sbarco nel settore rinnovabili dei grandi gruppi atomici francesi e americani, che dopo Fukushima stanno ulteriormente accelerando la diversificazione delle attività. Nel complesso, prevede O'Regan, "il recente ritorno del prezzo del petrolio sopra i 100 dollari al barile e la tragedia nucleare in Giappone continueranno a fornire supporto alle società del settore rinnovabili e a ricordare ai governi che il passaggio a un'economia a basse emissioni di CO2 non riguarda solo l'ambiente, ma anche la sicurezza degli approvvigionamenti energetici".
Al centro dell'attenzione è finito soprattutto il comparto del solare, su cui sembra essersi spostato gran parte dell'interesse perso per l'atomo: dopo Fukushima alcuni titoli della categoria sono balzati del 90% sui listini. Al di là degli sbalzi momentanei, sono le tedesche a esprimere le performance migliori da inizio anno: il colosso Solarworld, con un +50% nei primi tre mesi del 2011, Nordex a +46 e Sma Solar a +28, seguite dalla danese Vestas (+28%), dalla spagnola Gamesa (+28%), dalla tedesca Q-Cells (+26%), da Enel Green Power (+25%), Edf Energies Nouvelles (+18%) e Edp Renovaveis (+11%). Tutta speculazione, oppure ci sono davvero le basi per un trend duraturo?
A guardare al lungo periodo, Société Générale è stata tra le prime a fornire indicazioni sul nuovo scenario, ancora in corso di definizione. In uno studio gli esperti dicono che una rinuncia totale all'energia nucleare porterebbe a un 22% di capacità aggiuntiva per le fonti verdi al 2020, rispetto alle previsioni fatte prima del terremoto in Giappone: 387 gigawatt di nuove installazioni per l'eolico e 226 gigawatt per le altre rinnovabili. Ad approfittarne di più sarebbero i titoli del fotovoltaico: assumendo per il solare un tasso medio di crescita del 5% all'anno per il periodo 2010-2020, il potenziale di rialzo sarebbe del 66%. In uno scenario a tinte meno forti, di blocco solo per i nuovi impianti nucleari, l'impatto sulle fonti rinnovabili sarebbe più limitato, del 3-5% in più rispetto alle previsioni pre-terremoto.
Fra i titoli più gettonati dagli analisti c'è la tedesca Centrotherm Photovoltaics, uno dei pionieri del settore, con trent'anni di esperienza nelle tecnologie per l'industria del fotovoltaico. Per Independent Research, è il titolo più favorito: il consiglio è comprare con obiettivo di prezzo 50 euro, un guadagno del 35% rispetto ad oggi. Piacciono anche i due giganti First Solar e Suntech, l'americana e la cinese che si contendono il titolo di leader mondiale del fotovoltaico: per Barclays Capital il titolo First Solar correrà fino a 144 dollari mentre Suntech può arrivare a 12 dollari, con un'avanzata del 26%. Buone prospettive anche per la regina dell'eolico, la danese Vestas: per Hsbc il giudizio è comprare, senza obiettivo di prezzo.
Una prospettiva ottimistica per il settore delle energie pulite, nonostante il taglio delle incentivazioni in alcuni Paesi, viene anche dal rapporto Clean Energy Trends 2011 della società specializzata Clean Edge, giunto alla sua decima edizione. In base alle proiezioni del rapporto al 2020, il mercato dell'eolico è previsto in espansione a 122,9 miliardi di dollari dai 60,5 miliardi di fine 2010, il solare a 113,6 miliardi da 71,2 e i biocarburanti a 112,8 miliardi da 56,4. Nessun altro settore economico mondiale, del resto, ha registrato negli ultimi 10 anni una crescita paragonabile a quella delle nuove energie rinnovabili. Il mercato globale del fotovoltaico è passato dagli appena 2,5 miliardi di dollari del 2000 a 71,2 miliardi nel 2010, mettendo a segno un tasso medio annuo di crescita del 39,8%, mentre l'eolico è aumentato nello stesso periodo da 4,5 a 60,5 miliardi (+29,7%). Risultati spettacolari sono stati registrati anche in altri settori verdi, come i biocarburanti, i veicoli ibridi, gli edifici a basso consumo energetico e le smart grid. Considerando anche i biocarburanti, insieme all'eolico e al fotovoltaico il mercato globale delle energie pulite è salito nel 2010 del 35,2% rispetto al 2009, fino a 188,1 miliardi di dollari, con una prospettiva di crescita a 349,2 miliardi nel prossimo decennio, solo per queste tre tecnologie.