La rivoluzione del solare di seconda generazione parte da Osaka e passa per la Sicilia. La produzione di massa di pannelli a film sottile è sbarcata a Catania grazie a una joint venture chiamata 3Sun fra Sharp, che mette la tecnologia, Enel, che mette il mercato, e StMicroelectronics, che mette la fabbrica. Lo stabilimento inaugurato stamattina, che parte da 160 megawatt all'anno ma potrà espandersi fino a 1000 megawatt, è il gemello della fabbrica Sharp di Sakai, alla periferia della capitale commerciale del Giappone.
La tecnologia dei pannelli a film sottile multi-giunzione consiste in sottilissime pellicole di silicio disposte a strati su una base di vetro. In questo modo si riduce del 99% la quantità di silicio utilizzata rispetto ai pannelli a moduli cristallini, abbassando i costi per la materia prima e semplificando la fabbricazione. Oltre a questi fattori economici, vanno aggiunti vantaggi specifici della tecnologia thin-film rispetto al cristallino, derivanti dalle sue proprietà fisiche: cattura meglio la luce diffusa (caratteristica ancora più marcata nel caso di sofisticate tecnologie multi-giunzione, come quella impiegata nei moduli prodotti a Catania), rende meglio ad alte temperature e la sua performance si degrada di meno nel tempo. Per questo motivo la richiesta sul mercato di pannelli a film sottile è in costante crescita, soprattutto negli impianti su larga scala.
La Sharp si propone di usare l'impianto di Sakai come modello per gli altri da realizzare nel resto del mondo. Ma la rivoluzione non si ferma qui. "Non siamo solo alla ricerca di una maggiore efficienza di conversione e di un taglio dei costi, ma anche di nuove modalità di utilizzo, attraverso materiali più versatili", spiega Matthias Kauer di Sharp Laboratories of Europe, il centro di ricerca di Oxford del colosso giapponese, dove s'inventa il solare di domani. La sfida è superare lo standard dei pannelli solari sul tetto, allargando le applicazioni alle vetrate verticali, alle superfici calpestabili, alle stazioni di ricarica delle auto elettriche, alle barriere d'insonorizzazione delle autostrade, a tutte quelle aree inutilizzate che potremmo trasformare facilmente in centrali solari, con materiali leggeri, maneggevoli, robusti e stabili per l'esposizione a condizioni meteorologiche estreme.
"Un prodotto come il thin-film rappresenta un'ottima soluzione per le utenze industriali, che generalmente dispongono di ampie superfici su cui allestire impianti fotovoltaici, come i tetti degli stabilimenti produttivi o le aree destinate a parcheggio", precisa Ingmar Wilhelm, responsabile business development di Enel Green Power. "Il thin-film è meno efficiente del silicio cristallino, per cui non è adatto per chi ha uno spazio limitato, come il tetto di una casa. Ma ha una producibilità maggiore: produce più kilowattora da un kilowatt di potenza installata. Per cui è facile attendersi un incremento del suo utilizzo sulle grandi superfici nel prossimo futuro", prevede Wilhelm.