Fumio Ohtsubo si presenta senza cravatta. Non è solo un nuovo codice d'abbigliamento per il capo di Panasonic, ma una dichiarazione di guerra contro il riscaldamento del pianeta. Meno aria condizionata uguale meno consumi di elettricità e quindi meno emissioni. Non per niente l'azienda che dirige punta a diventare la numero uno dell'innovazione verde nell'elettronica entro il 2018, quando festeggerà il suo centesimo anniversario. E non sono parole al vento. "Quest'anno, i nostri investimenti nel settore delle energie pulite saranno per la prima volta superiori a quelli negli apparecchi televisivi", spiega Ohtsubo. Già dall'anno scorso, quando l'acquisizione di Sanyo aveva proiettato Panasonic oltre Samsung, alla leadership mondiale nell'elettronica di consumo, Ohtsubo ha cominciato a integrare nel gruppo le competenze della controllata nel fotovoltaico e nelle batterie per l'auto elettrica.
In particolare per l'Italia, primo mercato mondiale del solare, Panasonic ha un occhio di riguardo. La fabbrica di moduli fotovoltaici Sanyo a Dorog, in Ungheria, quest'anno raddoppierà la produzione da 165 a 315 megawatt, avviando una linea dedicata a sfornare l'innovativo pannello Hit ad altissima efficienza e resistenza alla salsedine, proprio per rispondere alle esigenze del mercato italiano. Oggi il Giappone è il secondo produttore mondiale di pannelli, sopravanzato soltanto dalla Cina. Ma Ohtsubo non punta solo sul fotovoltaico. "Ci sarà molto spazio per crescere nelle batterie al litio per l'auto elettrica e in tutti i prodotti correlati all'efficienza energetica, dalle celle a combustibile all'illuminazione a Led", prevede. Sanyo sta già facendo un lavoro pionieristico anche sulle batterie per l'auto elettrica, in partnership con Volkswagen e Suzuki, entrando addirittura nel Guinnes dei primati con una batteria capace di far viaggiare un'auto per 555 chilometri, da Tokio a Osaka, con una singola carica. A partire da questi successi, Panasonic ha recentemente anunciato un accordo con Tesla, la regina delle auto elettriche di lusso, per sviluppare insieme le sue nuove batterie. E Ohtsubo sta stringendo una partnership in Cina per andare a costruirle là.
Dopo lo tsunami di marzo, che ha messo in dubbio lo sviluppo del nucleare in Giappone e in Europa, Ohtsubo ha rafforzato l'impegno di Panasonic nelle fonti rinnovabili, che la deriva verde del suo Paese e del resto del mondo proiettano verso una crescita esponenziale. "L'incidente di Fukushima è solo l'ultimo campanello d'allarme, che ci ricorda l'importanza dello sviluppo delle fonti alternative: per noi sarà una grande occasione di espansione", mette in chiaro Ohtsubo. Tra i suoi progetti per l'anno prossimo c'è la realizzazione di una fabbrica di celle e pannelli solari in Giappone, ad Amagasaki, vicino a Osaka e al quartier generale di Panasonic. Il riposizionamento di un gigante con un fatturato da 100 miliardi di dollari e 367mila dipendenti non sarà facile, ma Ohtsubo procede spedito verso la meta. "Chiunque abbia una forte competenza nei semiconduttori può passare dalle tecnologie digitali all'energia, con le conoscenze di oggi", precisa. Nel 2010 la divisione dedicata alla tv ha chiuso in perdita per il terzo anno consecutivo e risanarla sarà difficile con lo yen così alto contro il dollaro da rendere i prodotti giapponesi poco competitivi rispetto ai concorrenti coreani. Se si aggiunge il nuovo rallentamento dell'economia, che danneggia i consumi di questo tipo, risulta chiaro perché Ohtsubo sta cercando fortuna in un altro settore. Da qui al 2013, la compagnia taglierà il 5% dei dipendenti e il 10% dei 350 stabilimenti nei suoi business tradizionali, per puntare decisamente nella nuova direzione.
La prospettiva più promettente, per Ohtsubo, va ricercata nello sforzo collettivo di tagliare i consumi energetici residenziali. A questo fine, Panasonic ha inventato un generatore elettrico per unità residenziali, basato sulle celle a combustibile a idrogeno, già diffuso in Giappone e in via di sviluppo per le condizioni europee nel suo centro di ricerca di Langen, vicino a Francoforte. Sarà questo il prodotto di punta per l'efficienza energetica in Europa: il lancio è previsto a breve. "La metà delle emissioni a effetto serra viene dalle città e nel giro di 40 anni i tre quarti dell'umanità saranno urbanizzati", fa notare Ohtsubo. Per questa ragione, il manager crede molto nello sviluppo delle città verdi, dove tutti i processi energetici, dalla generazione allo stoccaggio, dalla distribuzione ai consumi, siano il più possibile efficienti. "In questo modo, potremmo ridurre moltissimo l'impronta ambientale della nostra vita quotidiana", sostiene. Panasonic è fortemente coinvolta nell'enorme sviluppo delle smart town in tutta l'Asia e sta collaborando con Singapore per dotare di tecnologie per l'efficienza energetica la nuova città di Punggol, nel Nord-Est dell'isola. "Singapore è il luogo ideale per questo tipo di progetti, visto che quasi tutta l'edilizia residenziale è pubblica", rileva Ohtsubo. Grazie al progetto di Punggol, Panasonic è entrata quest'anno nella top ten dei Best Global Green Brands stilata da Interbrand.