Le città sostenibili non possono essere solo ecologiche, devono anche funzionare bene, essere belle e alla portata di tutti. Per i seimila studi da 126 Paesi che hanno partecipato quest'anno al concorso internazionale della svizzera Holcim Foundation, uno dei più prestigiosi nel campo dell'architettura sostenibile, si tratta di rispettare le cinque P imposte dal regolamento: Progress, People, Planet, Prosperity, Proficiency. E i vincitori si collocano precisamente all'incrocio fra innovazione, equità sociale, efficienza nell'uso delle risorse, compatibilità economica e impatto estetico.
Un suggestivo progetto di "piscina fluviale", per restituire alla balneabilità il ramo della Sprea che costeggia l'isola dei musei nel centro di Berlino, proposto dal team tedesco di realities united, ha vinto il primo premio da 100mila dollari dell'edizione europea del concorso, consegnato a Milano.
L'argento è andato alla riconversione di un'ex fabbrica in municipio e centro civico per la città di Oostkamp in Belgio, proposta dallo studio spagnolo di Carlos Arroyo, sfruttando la struttura esistente con una serie di soluzioni al tempo stesso raffinate ed efficienti.
La visionaria conversione in "villaggio verticale" di uno dei viadotti prospicenti lo stretto di Messina in Calabria, recentemente dismesso in seguito alla realizzazione di una variante autostradale, è valsa il bronzo a tre studi francesi nella competizione europea.
Nell'edizione latino-americana è prevalso un edificio multifunzionale pensato per offrire attività sociali alla favela di Paraisòpolis a San Paolo e al tempo stesso bloccare l'erosione e le frane che minacciano continuamente i suoi abitanti. Il primo premio per l'Africa e il Medio Oriente è andato al progetto di una scuola in Burkina Faso, che usa soltanto energia eolica e solare per il raffrescamento delle aule, proposto dallo studio dell'architetto Diébédo Kéré, basato in Germania ma originario del villaggio dove la scuola verrà costruita. Il secondo premio di questa sezione è andato al team milanese di ArCò – Architettura e Cooperazione, per la ristrutturazione della scuola di una comunità beduina nei territori palestinesi, con criteri di sostenibilità nella ventilazione e nell'illuminazione naturale. Riconoscimenti sono andati anche alle proposte più interessanti di tecnologia produttiva e di nuovi materiali arrivate alla giuria, tra cui la realizzazione di elementi prefabbricati in calcestruzzo leggero con schiuma di vetro riciclato come aggregato interno, inventati da un'azienda tedesca, o l'impiego di una cassaforma di cera riutilizzabile, proposto da uno studio di Zurigo. Tutti i primi arrivati nelle varie sezioni potranno accedere alla competizione globale, di cui i vincitori verranno annunciati nella primavera del 2012.
La filosofia del concorso, unico nel suo genere, ha attirato negli anni progetti sempre molto innovativi, che dimostrano la capacità di estendere le nozioni convenzionali di edilizia sostenibile a una grande attenzione per l'efficacia economica e sociale. "I progetti che hanno vinto quest'anno sono ottimi esempi di quello che si potrebbe realizzare in una città coraggiosa, partendo da una ricca tradizione architettonica, ma senza dimenticare le esigenze delle persone di oggi, che ci vivono dentro", rileva Lucy Musgrave, fondatrice dell'agenzia londinese di pianificazione urbana Publica e membro della giuria degli Holcim Awards. "Il problema fondamentale dello spazio urbano europeo è la staticità, che spesso opprime gli abitanti quanto l'estraniamento causato dall'estrema mobilità del paesaggio urbano americano". Ma le città, pur con tutto il rispetto per un'importante eredità culturale da preservare, non sono musei. Se vogliamo che la gente ci resti e ci si trovi bene, dobbiamo anche offrirle un fiume pulito in cui nuotare, con buona pace dell'altare di Pergamo, che resterà sempre un'apparizione emozionante, ma non si può visitare tutti i giorni.