In confronto a Pechino, siamo in un'altra dimensione. E in un'altra epoca. Per i giochi olimpici di Londra gli investimenti previsti sono di 15 miliardi. A Pechino ne sono stati spesi 40. Ma tra i due eventi c'è la bancarotta di Lehman Brothers, annunciata il 15 settembre 2008, tre settimane dopo la chiusura delle ultime Olimpiadi. Nulla sarà più come prima. Nel post-Lehman va di moda la frugalità: si esibiscono i tagli, di emissioni e di costi. Niente "elefanti bianchi", intesi come cattedrali nel deserto. Si sfrutteranno molte strutture già esistenti, da Earls Court a Wimbledon, da Hyde Park a Wembley. L'elegante Aquatics Centre di Zaha Hadid era già stato progettato prima ancora che passasse la candidatura di Londra, quindi era destinato a servire comunque per la riqualificazione di Stratford. E gli altri edifici sorti nel parco olimpico sono bellissimi, ma molto leggeri, fanno un po' kleenex. Infatti alcuni sono usa e getta. La Basketball Arena, un colosso da 12mila posti, è temporanea. Lo stesso stadio olimpico, che al momento dei giochi potrà mettere sedute 80mila persone, verrà parzialmente smontato alla fine dell'evento. Del resto è inutile appesantire una zona, l'East End di Londra, che ha già le sue gatte da pelare. Anche qui, si ritorna al concetto di "città agile". La parola d'ordine è: legacy. Cosa lasceranno in eredità queste Olimpiadi alla comunità locale? Per Simon Wright, responsabile infrastrutturale di London 2012, è il punto fondamentale.
"Innanzitutto, una rete di trasporti più efficace", spiega Wright durante una visita al parco. Le novità includono l'estensione della East London Line e il potenziamento della Docklands Light Railway e della North London Line, tre linee ferroviarie leggere che serviranno a connettere meglio con il centro una delle aree più sottosviluppate della capitale e consentiranno anche in futuro un accesso sostenibile al parco olimpico e alle sue magnifiche strutture. Una linea ad alta velocità progettata apposta per i giochi, il Javelin, collegherà inoltre Ebbsfleet, nel Kent, stazione degli Eurostar in arrivo dal Continente, con lo scalo londinese di St Pancras, fermandosi a Stratford, dentro il parco olimpico. "Prevediamo che l'80% dei visitatori e dello staff arriveranno al parco via rotaia", precisa Wright. Per il resto, staff e atleti avranno a disposizione una flotta di 200 auto elettriche, Bmw e Mini.
Sul fronte energetico, Wright punta al taglio del 20% di emissioni complessive rispetto alla media delle precedenti edizioni. E quindi ha dovuto inventarsi un sistema di alimentazione molto più sostenibile. Il problema è stato risolto da General Electric, con l'installazione di due centrali di cogenerazione Jenbacher, alimentate a biomasse e gas naturale, nei due Energy Centre di Olympic Park e Stratford City. Insieme, queste macchine ad altissima efficienza (46% per l'energia elettrica e 90% contando anche quella termica) forniranno 10 megawatt tra elettricità, calore e raffreddamento per l'appuntamento del 2012, in sostituzione dei sistemi di produzione energetica tradizionali. Finiti i giochi, le due centrali supporteranno il fabbisogno dei nuovi edifici del villaggio olimpico, che verranno riconvertiti in abitazioni low cost, scuole e strutture sanitarie per la comunità locale. "Per centrare i nostri obiettivi, partendo da una zona completamente devastata da insediamenti industriali dismessi, abbiamo dovuto applicare un'ampia gamma di tecnologie di riconversione su tutti i fronti, dal riciclo dei rifiuti al trattamento naturale delle acque, fino al design sostenibile degli edifici", commenta Wright. Un lavoro immenso, portato a termine con quasi un anno di anticipo e senza sforare sui costi. "Ora possiamo permetterci il lusso di collaudare tutto con calma", sorride soddisfatto. Vedremo se sarà così anche a Milano per l'Expo 2015.