Mentre in Italia le città sono in ostaggio dei tassisti in rivolta, in Germania un'applicazione per smartphone sta rivoluzionando il mercato dei taxi. MyTaxi consente di mettersi direttamente in comunicazione con le macchine più vicine, lanciando la richiesta senza passare dal radiotaxi. Il tassista che risponde per primo prende la corsa e il cliente può vedere sullo schermo la sua foto, il suo nome, numero di telefono e il percorso che sta facendo per raggiungerlo, con una stima dei tempi d'attesa. Il punto di forza dell'applicazione è la sua semplicità, che elimina le interminabili attese telefoniche e privilegia il rapporto diretto fra tassista e cliente.
In pochi mesi myTaxi si è diffusa in una trentina di città e 800mila clienti potenziali l'hanno già scaricata gratis, a fronte di settemila taxi registrati fino ad oggi, sui complessivi 50mila circolanti. Ma la nuova tecnologia sta già facendo qualche vittima. L'80 per cento dei tassisti tedeschi, infatti, è affiliato a una centrale di radiotaxi, a cui myTaxi ora sta tagliando l'erba sotto i piedi. Il modello di business introdotto dalla nuova tecnologia rende obsolete le centrali, che in Germania incassano fra i 100 e i 200 euro al mese dai tassisti per i loro servizi. Con myTaxi, invece, non c'è un abbonamento fisso, ma solo una commissione di 79 cent per ogni corsa procurata.
"Facendo i calcoli su un volume d'affari medio, la centrale mi costa almeno tre volte tanto per veicolare lo stesso numero di corse", spiega Thomas Heinrich, tassista berlinese. Per questo le centrali si stanno organizzando con delle applicazioni in concorrenza e in certi casi arrivano perfino a ventilare un divieto di usare myTaxi ai tassisti affiliati. Nonostante le resistenze, l'uso di myTaxi cresce a vista d'occhio: Sven Kuelper e Niclaus Mewes, fondatori di IntelligentApps, ora vogliono espandersi all'estero e hanno aperto agli investitori. Daimler (che produce l'80% dei taxi tedeschi) e Deutsche Telekom hanno risposto subito all'invito, con un'iniezione di 10 milioni di euro. Si prospettano così delle partnership strategiche che potrebbero allargare gli orizzonti del servizio, includendo altri aspetti della mobilità urbana oltre ai taxi, dal car sharing ai servizi di pagamento via smartphone.
Dopo la Germania, le prime tappe sono state Vienna e Zurigo. Adesso Kuepler e Mewes puntano sull'Olanda e sulla Spagna. In febbraio sbarcheranno a Barcellona.