La luce non è più solo illuminazione: diventa connettività, Internet delle cose. Abbiamo lampade che si accorgono quando entriamo nella stanza, che sentono quanti siamo e dove andiamo, che ci dicono se fuori piove e si spengono da sole quando siamo usciti. Lampade che ci aiutano a localizzare quello che ci serve sugli scaffali del supermercato, ma anche a migliorare l’umore, a guarire quando siamo malati o a cominciare una nuova giornata con grinta. Sono apparecchi connessi con la rete via wifi e quindi non hanno più bisogno d’interruttore, perché si comandano con un’app dallo smartphone, capace di accenderli anche a distanza e di regolarne l’intensità con precisione. In altri casi, la frequenza della luce può essere utilizzata come sistema di posizionamento interno. In un museo o in un grande magazzino le luci potranno registrare la posizione del visitatore e inviargli informazioni sugli articoli che sta osservando, oppure guidarlo verso gli articoli che sta cercando.
Trainata dalla spinta globale verso la digitalizzazione, la luce intelligente apre la strada a funzioni diverse da quelle attuali: con lo sviluppo di nuovi software si ampliano costantemente i servizi offerti. Non a caso, il mercato dei sistemi di smart lighting arriverà a 56 miliardi nel 2020, con un tasso medio di crescita annuale del 16% da oggi ad allora, in base all’ultimo rapporto di Digitimes Research. Da qui a una decina d’anni – prevedono gli esperti – l’illuminazione domestica sarà in grado di sincronizzarsi con qualsiasi cosa, dal campanello dell’ingresso alla musica, dalla lavastoviglie alla televisione, interagendo con le app dello smartphone per diventare un indicatore alternativo che ci segnala le reti del Milan o l’andamento delle azioni in Borsa. In questa chiave, Philips Lighting si è alleata con Xiaomi per sviluppare insieme sistemi d’illuminazione che interagiscano con l’ecosistema di domotica venduto da Xiaomi in Cina.
Per gli uffici, l’illuminazione intelligente segna una nuovo passo avanti verso l’efficienza energetica. Ad esempio nel caso di The Edge, la nuova sede di Deloitte ad Amsterdam, certificata come l’edificio più sostenibile d’Europa, i risparmi sono duplici: da un lato le lampade a led tagliano i consumi energetici dell’80% rispetto ai sistemi tradizionali, dall’altro lato consentono di ridurre i costi operativi, segnalando l’occupazione degli ambienti, che vengono riscaldati o raffrescati solo in caso di effettiva presenza umana. In questo edificio Philips ha usato per la prima volta il sistema Power-over-Ethernet per connettere ogni singolo punto luce alla rete dati, trasformando il sistema d’illuminazione in una corsia informatica, che consente di comandare le luci via smartphone. Con un’app dedicata si può cambiare l’illuminazione di una stanza o di una postazione attraverso il suo indirizzo Ip. In più, ricevendo via Ethernet sia energia che connettività per lo scambio dati, i punti luce non hanno bisogno di alimentazione elettrica, il che riduce i costi d’installazione.
La trasformazione dei sistemi d’illuminazione introdurrà anzitutto una grande personalizzazione, sia in ambito domestico che negli uffici e nel commercio. In casa sono già diffusi sistemi basati su tre lampadine che dialogano fra loro grazie a un ponte che le collega al Wi-fi di casa per produrre infinite combinazioni, controllabili con un’app direttamente dallo smartphone. Si supera così l’antica opzione binaria acceso-spento, per creare scenari che cambiano a seconda delle preferenze del momento, intonandosi a un paesaggio marino o innevato tratto da una foto, oppure virando verso la parte rossa dello spettro quando si va a dormire, per stimolare la produzione di melatonina, o al contrario verso l’azzurro quando si vuole stare svegli e lavorare fino a tardi. Sistemi analoghi si possono applicare anche negli ospedali, per creare ambienti luminosi che aiutino la guarigione dei pazienti. Le nuove funzioni di connettività consentono di collegare il sistema con dei sensori esterni, in modo che la luce dell’ingresso cambi colore in base al meteo, oppure con il campanello per farla lampeggiare quando suona (molto utile per chi non ci sente bene). Le applicazioni in chiave domotica sono virtualmente infinite: dal dialogo fra auto e luci esterne della casa, che si accendono quando l’auto si avvicina, al collegamento con il sistema d’allarme, fino alla sincronizzazione con il riscaldamento.
Ora che le luci della nostra casa possono connettersi con il mondo esterno, sta a noi imparare a percepire i segnali visivi così come siamo abituati a sentire il campanello o la suoneria del telefono, per entrare in un mondo più silenzioso e più colorato.