Il Progetto Manifattura raddoppia. Parte finalmente il cantiere che porterà l’incubatore trentino, nato negli antichi edifici dismessi della Manifattura Tabacchi a Rovereto, a una nuova fase di espansione. Culla di tantissime imprese impegnate sul fronte dello sviluppo sostenibile, il Progetto Manifattura combatte da quattro anni per superare le dispute giudiziarie che hanno bloccato il cantiere dei nuovi spazi progettati dallo studio dell’archistar giapponese Kengo Kuma. L’appalto, del valore complessivo di 38,5 milioni, consentirà di riqualificare un’area di circa 50mila metri quadri contigua ai vecchi edifici storici, dove sorgeranno i nuovi spazi produttivi. L’opera, con oltre 25.000 metri quadri di nuovi spazi coperti, verrà completata entro il 2020 e potrà accogliere fino a cento imprese dalle 48 attuali, per un totale stimato di 1.200 addetti.
Il cantiere, strategico per il territorio ma anche per le imprese nazionali impegnate nelle tecnologie sostenibili, ampiamente rappresentate nell’incubatore trentino, è affidato definitivamente alla Colombo Costruzioni di Lecco, dopo l’uscita di scena delle prime tre cordate qualificate, e sarà avviato all’inizio di maggio. I lavori, della durata stimata di 500 giorni, porteranno l’hub di Trentino Sviluppo per le energie rinnovabili, l’edilizia e la mobilità sostenibile ad accogliere nuove startup, centri di ricerca e piccole-medie imprese, ma anche gruppi industriali di dimensioni importanti provenienti da fuori provincia, che hanno già manifestato interesse per un possibile trasferimento in Trentino. La rinascita produttiva della vecchia Manifattura è il risultato dell’azione di un insieme di aziende (che occuperanno circa due terzi dell’area complessivamente disponibile), laboratori di ricerca, strutture di servizio e altri soggetti diversi, ma accomunati da una visione che si riconosce negli obiettivi di un’economia sostenibile.
Il progetto di Kengo Kuma consiste in un edificio super-efficiente per gli spazi produttivi e nel riassetto di tutto il verde circostante, che riattiverà l’intera area di Borgo Sacco collegandola al Leno e al resto di Rovereto. Il team di progettazione, composto anche da Carlo Ratti e dal gruppo Arup, ha immaginato la creazione di un edificio iconico e altamente sostenibile, sviluppato in orizzontale piuttosto che in verticale, coricato nel paesaggio ondulato della regione. Il verde è incorporato nel design attraverso giardini pensili e terrazze esterne che racchiudono gli spazi di produzione sottostanti. Integrando gli edifici con il loro ambiente naturale, il progetto consente di rendere accessibile al pubblico tutti gli spazi verdi pertinenti agli impianti di produzione. L’idea è di creare un nuovo landmark orizzontale, visibile dalle montagne circostanti e perfettamente inserito nel contesto ambientale. Spazi produttivi e uffici, laboratori di ricerca, un dipartimento universitario, un auditorium, una palestra, spazi espositivi, un ristorante e vari altri servizi saranno mimetizzati al di sotto di una copertura vegetale calpestabile ,che imita l’andamento dei vigneti delle valli circostanti e riconnette l’ex Manifattura con il Leno, il cui lungofiume sarà attrezzato con percorsi pedonali e una pista ciclabile.
Nel frattempo proseguono le operazioni di riconversione della parte delle strutture ottocentesche, con la ristrutturazione di due nuovi edifici storici del complesso: l’Essicatoio (2.600 metri quadri) e il Magazzino Botti (680 metri quadri), attesi con impazienza dalle imprese in arrivo. Già da mesi, infatti, le richieste d’insediamento hanno superato la disponibilità degli spazi, mostrando il crescente interesse per l’hub trentino, vista anche la crescente sinergia con l’altro polo, quello della meccatronica, che ha recentemente inaugurato ProM, un laboratorio di prototipazione aperto alle aziende locali.