Entra nel vivo la battaglia per il Corridoio Sud, in cui si deciderà il ruolo dell'Italia nella vendita sui mercati europei del gas azero: 25 miliardi di metri cubi all'anno, che in futuro dovrebbero affrancarci dallo strapotere dei russi nelle forniture di metano.
A contendersi il diritto di trasportare il gas azero verso l'Europa saranno la Trans Adriatic Pipeline, selezionata in febbraio, e il Nabucco Ovest, indicato la settimana scorsa dal consorzio Shah Deniz, come rotta potenziale verso l'Europa Centrale attraverso i Balcani. Il consorzio a guida Bp, che sta sviluppando il maxi-giacimento di Shah Deniz nella parte azera del Mar Caspio, lavorerà ora per ottimizzare gli aspetti progettuali, tecnici e commerciali sia con il Nabucco che con il progetto concorrente Tap, la condotta dalla Turchia all'Italia attraverso Grecia e Albania, selezionata come opzione meridionale. Entro un anno il consorzio sceglierà la rotta definitiva per il trasporto del gas e concluderà con i partner del progetto selezionato i relativi accordi per la vendita. Per l'Italia si tratta di una partita decisiva. Se dovesse prevalere il Nabucco – joint venture tra Rwe (Germania), Omv (Austria), Mol (Ungheria), Beh (Bulgaria), Transgaz (Romania) e Botas (Turchia) – il gas entrerà in Europa Centrale dallo snodo austriaco di Baumgarten, passando attraverso Bulgaria, Romania e Ungheria. Se invece alla fine vincerà il Tap, progettato dalla norvegese Statoil, con la svizzera Egl e la tedesca E.on, il gas azero arriverà in Puglia, conferendo all'Italia quel ruolo centrale di hub del gas che persegue da anni.
La stessa Enel ora è pronta a entrare nella corsa, per rafforzare le possibilità di vittoria di Tap: dovrebbe presentare entro metà luglio la sua offerta. Della possibile partecipazione italiana al progetto Statoil-E.on-Egl si è parlato a margine del vertice italo-tedesco di Roma, fra il premier Mario Monti e la cancelliera Angela Merkel. La presenza di Statoil, che fa parte sia del consorzio di sviluppo di Shah Deniz, sia della compagine di Tap, conferisce ottime credenziali a questa rotta. In Italia, una maggiore apertura del mercato del gas e la semplificazione degli iter burocratici potrebbero contribuire al successo.
La scelta del consorzio Shah Deniz a favore di Tap e Nabucco ha escluso invece dal gioco il progetto Itgi (Interconnector Turkey-Greece–Italy), che fa capo a Edison e alla greca Depa. Nei giorni scorsi Rovnag Abdullayev, numero uno di Socar – la compagnia di stato azera che fa parte, con gli inglesi di Bp, del consorzio di sfruttamento di Shah Deniz – avrebbe comunicato ai vertici di Edison e al ministero italiano dello Sviluppo Economico, che si era speso a favore di Itgi, l'esclusione del progetto Edison-Depa dalla rosa dei candidati. Malgrado la bocciatura, però, Itgi non si è fermato. Edison e Depa hanno infatti avviato le gare per le forniture di tubi e stazioni di compressione, forti delle autorizzazioni già ottenute.
E' una decisione che segnala l'avvio di una lotta contro il tempo. I due progetti concorrenti hanno tutto l'interesse a presentarsi fra un anno all'appuntamento per la selezione finale già ben strutturati e i partner Itgi potrebbero cercare di convincere i soci Tap a unire i due tracciati, accorciando così le procedure.
Sulla stessa rotta, infatti, c'è un altro contendente, ben più preoccupante: la Russia. Vladimir Putin ha già espresso più volte la sua vivace contrarietà al trasporto del gas azero in Europa senza passare per la giurisdizione di Mosca. E ora Gazprom intende battere i concorrenti sui tempi. L'avvio della costruzione di South Stream, la condotta offshore sviluppata da Gazprom con Eni, Edf e Basf, è previsto per dicembre. South Stream attraverserà il Mar Nero per 900 chilometri, portando direttamente il gas dalla Russia a Varna, in Bulgaria, senza passare per il territorio turco. Un'impresa gigantesca, su cui però il numero uno di Gazprom ostenta grande sicurezza. In una conferenza stampa a Mosca, Alexei Miller ha attaccato le manovre in corso in Turchia, annunciando che il primo gas sarà in Bulgaria già nel dicembre 2015 e la massima capacità di trasporto (63 miliardi di metri cubi l'anno) si raggiungerà entro fine 2017. In particolare, Miller se l'è presa con gli accordi firmati pochi giorni fa dalla Turchia con l'Azerbaijan per realizare la Trans Anatolia Pipeline, il ramo turco di trasporto del gas azero, che costerà 7 miliardi di dollari. Sul fronte turco, almeno, la scelta è già definitiva e non ci sono in gioco rivalità con progetti alternativi.