Un altro Sud è possibile: la Puglia lo dimostra anche con il circolo virtuoso messo in moto sulle fonti energetiche pulite. Se l'Italia, nel 2011, ha centrato il primato mondiale per la crescita nel fotovoltaico, lo deve anche all'attivismo pugliese: con 1.940 megawatt installati, la Puglia ha conquistato di gran lunga il primato sulle altre regioni, ospitando quasi il 20% del parco fotovoltaico italiano e piazzandosi in testa anche nella graduatoria pro capite, con ben 232 watt fotovoltaici per abitante. Ma in Puglia non c'è solo il sole. Sull'energia del vento, la Regione si difende bene: è seconda solo alla Sicilia, con oltre 1.300 megawatt di pale, pari al 17% della potenza installata nel Paese. Sulle bioenergie è terza con 220 megawatt, quasi il 10% della potenza nazionale. In pratica, secondo i dati di Terna, nel 2010 è venuto dalla Puglia un quinto di tutta l'energia prodotta in Italia dalle nuove fonti rinnovabili – sole, vento e bioenergie – escludendo l'idroelettrico delle grandi dighe, tipicamente alpine, e il geotermico toscano. Nel 2011 il dato sarà ancora più eclatante, vista la rapida crescita in corso in questi mesi.
Notevoli le ricadute occupazionali: con 6.290 addetti solo nell'eolico, secondo i dati Uil-Anev, la Puglia è la regione che ha messo a frutto meglio il volano della crescita in questo settore. In proiezione, lo studio dell'Associazione nazionale energia del vento parla di altri 11.700 nuovi occupati da qui al 2020 per l'eolico pugliese. Non a caso, ha sede a Taranto l'unica produzione storica di aerogeneratori in Italia e rappresenta una parte rilevante di quella filiera industriale nelle rinnovabili che ancora stenta a decollare. Per le altre fonti, soprattutto fotovoltaico, gli occupati sono ancora più numerosi, visto che l'installazione di una distesa di pannelli richiede molto più lavoro di una pala eolica, ma spesso gli installatori specializzati fanno anche gli elettricisti e quindi sono difficilmente censibili.
Il primato pugliese in uno dei pochi comparti anti-crisi, che promette bene anche per il futuro, non è solo merito delle risorse naturali presenti sul territorio: sole e vento ci sono anche altrove, ma spesso mancano le regole certe, che consentono di attirare gli investimenti sul territorio. Qui, invece, negli ultimi cinque anni la Regione ha varato una serie di normative per facilitare lo sfruttamento delle risorse pulite, facendo emergere la Puglia come la regina della green economy italiana. La giunta di Nichi Vendola è arrivata prima anche sull'approvazione delle linee guida regionali per l'installazione dei nuovi impianti, introdotte dal ministero dello Sviluppo Economico alla fine del 2010 con un provvedimento atteso per sette anni. La normativa pugliese, estremamente chiara e dettagliata, ha snellito le procedure, con più tutele per l'ambiente, il territorio e l'agricoltura, ma senza compromettere lo sviluppo di queste tecnologie, come si vede dai risultati. Solo nel 2011, dopo l'entrata in vigore delle nuove regole, le installazioni fotovoltaiche in Regione infatti sono quasi triplicate, dai 680 megawatt di fine 2010 ai 1.940 di oggi. Nella distribuzione territoriale delle autorizzazioni, è la provincia di Foggia a detenere il primato assoluto, con il 76% della potenza autorizzata.
Ma la rivoluzione energetica così ben avviata sul territorio pugliese non si limita al boom delle fonti verdi. Non dimentichiamo che il settore di sviluppo più importante per centrare gli obiettivi europei del 20-20-20 è l'efficienza energetica, che taglia i consumi per abbattere le emissioni. Ed è anche il settore più remunerativo, visto che i megawatt costano sempre, anche quando sono verdi, ma i "negawatt" fanno solo guadagnare. In questa chiave, Bari punta a diventare un porto all'avanguardia in tema di efficienza energetica, grazie all'intesa firmata da Francesco Mariani, presidente dell'Autorità Portuale del Levante, e Livio Gallo, direttore delle infrastrutture di Enel. Tra gli obiettivi dell'accordo, che punta a ottimizzare l'uso dell'energia per tutte le attività portuali, è previsto anche lo studio di un sistema di alimentazione elettrica delle grandi navi – chiamato cold ironing – che permette, durante la loro sosta in porto, di spegnere i generatori di bordo, con il taglio di ingenti quantità di emissioni. La maggiore efficienza e i sistemi di abbattimento degli inquinanti presenti nelle centrali elettriche, infatti, consentono una riduzione di oltre il 30% delle emissioni di CO2 e di oltre il 95% per gli ossidi di azoto e il particolato, rispetto a quelli prodotti con i generatori di bordo. Senza contare l'azzeramento dell'inquinamento acustico prodotto dai motori. In particolare, a beneficiare del cold ironing sarebbero le navi da crociera, vere e proprie città galleggianti con migliaia di "abitanti", dagli alti consumi energetici.
Banchine elettrificate sono già operative in Nord America nei porti di Los Angeles, Seattle, Juneau e Vancouver, in Europa a Göteborg, Lubecca, Stoccolma e sono allo studio in molti altri grandi scali del mondo. Enel è leader del Progetto Porti verdi, al quale hanno aderito con la firma il porto di Venezia, la Spezia, Civitavecchia e Barcellona.