Arianna, figlia del re di Creta Minosse, secondo la leggenda aiutò il suo amato Teseo a uscire dal labirinto del Minotauro, per poi essere ingiustamente abbandonata. In compenso fu amata da Dioniso: per le loro nozze, il dio le regalò un diadema d'oro e pietre preziose forgiato dal dio Efesto, che lanciato in aria andò a formare la Corona Boreale, una delle costellazioni più luminose nel cielo di primavera. Arianna è anche una start up, che punta ad applicare nell'illuminazione pubblica a Led alcuni principi tratti dai telescopi astronomici, per migliorare la resa della prima generazione di lampioni che utilizzano i diodi ad emissione luminosa. "I nostri lampioni a Led sono progettati per seguire il destino dei gioielli di Arianna: andare lontano e divenire una fonte di luce in armonia con il pianeta", confida poeticamente Alberto Gerli, laureato con una tesi in ingegneria sostenibile alla facoltà di ingegneria aerospaziale della Texas A&M University e co-fondatore dell'azienda insieme ad Andrea Guazzara, astronomo con master in ottica applicata all'università di Padova, che ha lavorato tre anni per la progettazione e l'ingegnerizzazione di un nuovo concetto di telescopio.
I due ragazzi padovani si sono attrezzati con tre brevetti e l'anno scorso hanno fondato Arianna, convinti che i difetti della prima generazione di lampioni a Led possano essere superati con l'esperienza dei telescopi riflettenti, che raccolgono la luce delle stelle per mezzo di uno specchio parabolico, concentrandola sul fuoco della parabola, dal quale può essere osservata, fotografata o analizzata mediante strumenti. "Basta rovesciare questo principio per ottenere un raggio di luce intenso, particolarmente adatto per illuminare rotonde, parcheggi o addirittura stadi", spiega Gerli. I telescopi Schmidt Cassegrain, i più diffusi per l'osservazione di stelle lontane, sono costituiti da due specchi: il percorso luminoso segue un doppio tragitto all'interno del tubo ottico, colpendo prima lo specchio parabolico e poi un altro che gli sta di fronte per riflettere tutti i raggi sul vertice della parabola, dov'è posto l'oculare. "Nei nostri proiettori, utilizziamo lo stesso percorso ottico a retroriflessione, ma in senso inverso: le stelle diventano il target da illuminare e l'oculare diventa il diodo ad emissione luminosa", precisa Gerli.
In pratica, nei lampioni di Arianna non c'è mai un Led che spara direttamente la sua luce puntiforme e abbagliante verso la strada, ma al contrario i Led sono sempre rivolti verso uno specchio interno all'apparecchio, che poi li riflette all'esterno raccogliendo e miscelando l'emissione luminosa per proiettarla uniformemente sulla strada. A seconda delle esigenze di illuminazione, più o meno intensa e concentrata, più o meno distante dal target, gli specchi possono essere configurati in maniera diversa. "In questo modo, i nostri lampioni sono molto più efficienti ed effiaci degli altri: gli altri tendono a illuminare solo sotto il palo, non lateralmente, il che può essere molto pericoloso per un automobilista che passa di colpo dal buio alla luce abbagliante e poi di nuovo al buio. D'altra parte, chi piazza delle lenti sotto i Led per indirizzare lateralmente il raggio luminoso, perde intensità. La nostra calotta riflettente a specchi, invece, sfrutta tutta l'emissione luminosa e la proietta uniformemente sulla strada, permettendoci di usare meno Led per un'illuminazione migliore", fa notare Gerli.
Gli apparecchi di Arianna, di conseguenza, offrono almeno il 20% in più di risparmio energetico rispetto ai competitor a Led e almeno il 60% rispetto ai lampioni al sodio. Mettendo insieme anche il risparmio sui costi di manutenzione, in tutto si ottiene un 75% di taglio sui costi medi dell'illuminazione pubblica. "Considerando che in Italia le amministrazioni locali spendono ogni anno 20 euro in illuminazione per ogni cittadino, con i nostri apparecchi si potrebbero risparmiare 15 euro pro capite", calcola Gerli. Ma non è solo l'Italia o il mondo occidentale il punto di riferimento per Arianna. Nel mondo 1 miliardo di persone vive, prevalentemente nella fascia equatoriale, in Paesi dove non esiste una rete pubblica elettrica e dove si usa illuminazione a cherosene, con consumi pari alla produzione di petrolio dell'intero Qatar. Un efficiente sistema a Led accoppiato con un pannello solare potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione wireless nel campo dell'illuminazione, com'è successo con i telefonini. Arianna è già in cammino verso l'India e l'Angola, da dove i due padovani hanno ricevuto diverse richieste.