Calano i prezzi dei moduli, aumenta la loro efficienza. E l'era del petrolio a buon mercato sembra ormai finita. Di questo passo, per l'energia del sole la strada verso la competitività con le fonti fossili è spianata. "Il business del solare sta entrando nella fase di maturità e si prevede che la grid parity, cioè il momento in cui il costo del kilowattora fotovoltaico diventerà perfettamente competitivo, scatterà tra la fine di quest'anno e il 2014", spiega Luca Zingale, fondatore di Solarexpo, il tradizionale appuntamento di Verona dedicato all'energia del sole, che si apre il 5 maggio. L'attuale boom dipende da questo, non solo dai generosi incentivi pubblici. Solarexpo – che negli ultimi quattro anni è decuplicata, di pari passo con il business fotovoltaico – alla sua nascita attirava soprattutto scarpe da ginnastica, ma oggi è popolata di businessmen in grisaglia, a caccia del sole che illumina di più, oltre che delle tecnologie migliori. Se la grid parity è un insieme di condizioni da raggiungere, su cui pesa il costo dell'impianto e il confronto con i prezzi delle fonti fossili, uno dei parametri fondamentali, infatti, è la quantità dell'irraggiamento solare: un parco fotovoltaico costruito in Germania, per quanto efficiente, non potrà mai reggere la competizione con lo stesso parco in Italia o in Spagna. E infatti qui la grid parity è già a portata di mano: "Lo scorso inverno, in Sicilia, il costo medio del megawattora ha raggiunto i 160 euro, anche a causa delle strozzature della rete, per cui siamo a un passo dai 200-220 euro del fotovoltaico e secondo le previsioni di alcune grandi banche internazionali la forbice si chiuderà in tempi brevi", fa notare Zingale. Da qui discende la calata dei big del solare in Italia. L'altro motore del business sono gli sviluppi tecnologici. I progressi del fotovoltaico seguono un andamento più lento, ma simile alla legge di Moore che governa il mondo della microelettronica: a parità di prezzo, la potenza raddoppia ogni otto anni. Mitsubishi Electric ha appena annunciato un nuovo record di efficienza nella conversione fotoelettrica delle sue celle in silicio policristallino: sono arrivate al 19,3% e puntano decise al 20%, un traguardo considerato impensabile una decina d'anni fa. Ma avanzano anche gli sviluppi del fotovoltaico di seconda generazione, quello su film sottile, che presenta una serie di vantaggi, fra cui la flessibilità del supporto e i costi ridotti. Non a caso gli ultimi impianti produttivi in costruzione in Italia e nel mondo si muovono soprattutto in questo ambito. Il gruppo Moncada ha inaugurato da poco in Sicilia, vicino ad Agrigento, uno stabilimento di pannelli a film sottile da 40 megawatt l'anno, il più grande in Italia e il terzo in Europa, per un investimento di 90 milioni di euro. Sempre in Sicilia, a Catania, verrà avviata una fabbrica ancora più grande, che a regime potrà sfornare 480 megawatt di pannelli a film sottile l'anno, grazie all'alleanza fra Enel Green Power, StMicroelectronics e Sharp, con un investimento complessivo di 770 milioni. Il gruppo senese Pramac, invece, è andato a costruire il suo stabilimento di moduli a film sottile in Svizzera, nel Canton Ticino, dove sforna dallo scorso autunno 30 megawatt di pannelli all'anno, con un investimento di 80 milioni. Anche il gruppo Marcegaglia sta investendo in questa tecnologia innovativa, con due fabbriche diverse: una a Taranto per produrre pellicola di silicio amorfo e un'altra in provincia di Varese che sfornerà celle al tellururo di cadmio con un processo sviluppato dalla controllata Arendi. C'è poi l'Eni, che ha investito 300 milioni in un progetto in collaborazione con il Mit per realizzare pannelli solari senza silicio. General Electric, addirittura, ha appena annunciato che tutti i suoi stabilimenti fotovoltaici saranno convertiti al film sottile. In prospettiva, la tecnologia a film sottile crescerà rapidamente e già nel 2012 è destinata a rappresentare il 35% del mercato. E' una nuova frontiera di cui a Verona si parlerà molto, sia al Solarexpo che nella fiera parallela Greenbuilding, grazie alla forte spinta che le nuove tecnologie stanno dando all'integrazione del fotovoltaico nell'architettura, molto interessante per un Paese come il nostro, patria dell'industria del design.
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