I cambiamenti climatici possono fare anche questo: far rientrare i cervelli. Ma un cervello rientrato non fa primavera. Valentina Bosetti, master all'University College of London in Environmental Economics e dottorato alla Statale di Milano in matematica computazionale applicata alle dinamiche ambientali, è appena tornata in Italia dopo un periodo a Princeton come visiting fellow, portandosi dietro un prestigioso grant da un milione di euro dell'European Research Council, che utilizzerà a Milano, appoggiandosi alla Fondazione Eni Enrico Mattei. I grant Erc, come noto, offrono una grande libertà di movimento allo scienziato che ne vince uno, ma obbligano a condurre il progetto di ricerca per cui sono stati assegnati in un laboratorio europeo. Bosetti, che nella Fondazione Mattei dirige il gruppo di Climate Modelling, è rientrata proprio per sfruttare i fondi vinti con Erc per il progetto Icarus (Innovation for Climate Change mitigation: a study of energy R&D, its Uncertain effectiveness and Spillovers), che durerà tre anni. "Non ho scelto tanto di tornare in Italia, quanto alla Fondazione Mattei, che rappresenta un'assoluta eccezione nel panorama italiano della ricerca nel mio settore", precisa Bosetti. "La Feem – spiega – è un centro di eccellenza piccolo, veloce, snello, senza grande burocrazia. Offre una grande libertà di ricerca, un elemento essenziale per portare avanti il mio progetto. Invece non avrei mai offerto il mio grant a un'università italiana, perché la carriera universitaria in Italia non mi attira". Bosetti, quindi, è un cervello tornato ma non si fermerà in Italia per molto tempo, anche se di solito chi vince un Erc assume una tale visibilità che nel giro di due-tre anni diventa professore. Il suo futuro lo vede più probabilmente in qualche ateneo europeo. Per adesso, si dedicherà appieno a Icarus, studiando aspetti cruciali della ricerca su energia e clima: il progetto si propone infatti di esplorare i meccanismi che portano all'innovazione nel settore energetico, investigando il ruolo degli investimenti, sia pubblici che privati, in ricerca e sviluppo, gli effetti di spillover degli investimenti fra Paesi e settori, e simulando le strategie ottimali in funzione degli obiettivi delle politiche internazionali su energia e clima. "All'inizio della mia carriera ero molto dominata dall'idealismo, ma poi ho capito che gli aspetti economici sono fondamentali per la salvaguardia dell'ambiente e del clima", ragiona Bosetti. "In pratica, ci focalizzeremo su tre aspetti: sulle strategie politiche, sugli incentivi pubblici e sugli investimenti privati che muovono il cambiamento tecnologico in questo settore". Per capire quali sono gli elementi chiave del cambiamento, Bosetti dovrà scavare nel passato per identificare quali sono state le mosse vincenti, ma anche ricercare nel futuro, parlando con gli esperti delle tecnologie di cui sappiamo ancora poco, come i biocombustibili di seconda o terza generazione, il solare più innovativo, il nucleare di quarta generazione. Un'impresa impegnativa, che potrebbe portare finalmente un po' più di chiarezza in una materia finora affidata spesso al caso.
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