Tangeri e Oujda sono le due province africane che generano più emigrazione verso il Nord del Mediterraneo. La fortezza Europa si difende con ogni mezzo: nell'ultimo decennio ci sono stati quasi tremila morti e altrettanti dispersi nel flusso continuo di migranti dal Marocco verso la costa andalusa. Ma ci sono altri modi per difendersi. Un esempio fra i tanti: l'introduzione della fibra ottica, supportata dalle province lombarde, ha consentito a Tangeri e Oujda di realizzare dei servizi di anagrafe telematica, che permettono ai cittadini di ottenere in loco i mille certificati necessari per qualsiasi iniziativa imprenditoriale, senza doversi imbarcare in lunghi viaggi per raggiungere la capitale. "La cooperazione decentrata, che punta a instaurare reti di dialogo fra le popolazioni del Nord e del Sud, promuovendo il protagonismo delle comunità locali per rispondere meglio, con interventi innovativi, alle esigenze delle comunità più svantaggiate, ha avuto un enorme successo negli ultimi anni e sta diventando il modello vincente della cooperazione allo sviluppo", spiega Giovanni Camilleri, coordinatore internazionale dell'iniziativa Art, braccio operativo dell'United Nations Development Programme (Undp) nel multiculturalismo attivo. La cooperazione delle province lombarde con Tangeri e Oujda rientra appunto tra i moltissimi progetti di Art, che sta per Articolazione di Reti Territoriali. "Le province lombarde hanno offerto tecnici e materiali al servizio del decentramento amministrativo, un mestiere che sanno fare benissimo: con una cooperazione concreta, efficace e rapida abbiamo migliorato la vita di queste aree poverissime, senza tante formalità", fa notare Camilleri. Magari non sarà sufficiente per convincerli a restare a casa loro, ma almeno è un piccolo passo per rendere più vivibile la loro condizione. "Ci sono temi, come gli spostamenti di popolazione, l'influenza suina o il riscaldamento globale, che richiedono di operare sulla testa e sulla coda del problema in maniera articolata e spesso bidirezionale, soprattutto se si vogliono applicare soluzioni innovative", commenta Camilleri. In pratica, Art mette in rete i programmi e le attività di diverse agenzie delle Nazioni Unite, in modo da creare contatti diretti Nord-Sud e Sud-Sud a livello di comunità di base. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: sradicare la povertà estrema, offrire un'educazione primaria a tutti i bambini, promuovere l'emancipazione delle donne, ridurre la mortalità infantile, aiutare la maternità, combattere l'Aids, promuovere la sostenibilità ambientale, sostenere lo sviluppo. In molti casi l'idea innovativa viene da una comunità del Nord e aiuta lo sviluppo di una comunità del Sud, come nel progetto di depurazione naturale dell'acqua realizzato dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana nel villaggio albanese di Narta. Ma nel programma Art chiamato Ideass (Innovation for Development and South-South Cooperation) rientrano molti progetti innovativi nati nel Sud per il Sud, dalla disidratazione dei limoni sviluppata in Guatemala allo stabilizzatore del latte inventato a Cuba (vedi box qui accanto). "Le invenzioni pensate nel Sud sono più facili da applicare al Sud, dove le risorse sono sempre scarse e i materiali diversi da quelli che usiamo nel Nord del mondo", sostiene Camilleri. Le invenzioni di Ideass si sono misurate nel premio Eco-Innovation, consegnato il 27 gennaio a Bruxelles dall'Undp e dall'European Business and Innovation Network, in occasione del 25° anniversario della nascita di Ebn: hanno vinto le torri agricole di Courtirey – una piccola impresa francese nata dal Centro Europeo d'Impresa e d'Innovazione dell'Alta Savoia – che consentono di coltivare verdure impilate su diversi piani usando pochissima acqua. Il team arrivato alla vittoria verrà assegnato a una delle sedi di Ideass e stipendiato per lavorare alla diffusione del suo progetto. "Un modo per promuovere la disseminazione tecnologica", specifica Camilleri. Così, a quattro anni dalla sua istituzione, Art tira le somme e si propone come modello vincente nel mondo della cooperazione allo sviluppo: sono sempre più numerose le comunità che chiedono agli uffici dell'Undp di poter accedere a questo tipo di programmi, considerati molto più efficaci pur spostando risorse limitate. Sono 33 i Paesi coinvolti nei progetti Art, 15 ne hanno usufruito in passato e 18 continuano a beneficiarne ancora oggi. Gli "attori" italiani coinvolti sono oltre 400 tra Regioni, enti locali, associazioni, organizzazioni non governative e università. "Se il 2009 è stato l'anno del consolidamento dell'iniziativa, il 2010 e il 2011 saranno gli anni del mainstreaming, cioè dell'inserimento delle modalità di azione di Art nelle politiche Onu", prevede Camilleri. Sarà un altro passo avanti per superare la logica assistenziale, in cui i Paesi ricchi danno dei soldi ai Paesi poveri instaurando relazioni fra gruppi ristretti di potere, che creano inevitabilmente corruzione o nella migliore delle ipotesi benefici temporali, spesso annullati nel giro di pochi mesi: è inutile regalare una pompa o un sistema fotovoltaico, se poi nessuno è in grado di farli funzionare o di ripararli se si rompono. "Nel nostro caso invece – precisa Camilleri – le comunità locali restano in contatto e continuano a sostenere le loro iniziative per tutto il tempo necessario".
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