Torna di moda anche in Italia l’impiantistica nucleare

Si torna sui banchi per prendere una specializzazione che in Italia fino a poco tempo fa non apriva alcuna prospettiva: impiantistica nucleare. Invece stavolta c'è la certezza del posto assicurato. A Genova, il nuovo master in Scienze e tecnologie degli impianti nucleari, che prende il via oggi con il test di ammissione, offre ai venti prescelti una garanzia all'80% di essere assunti subito dalle aziende partner dell'iniziativa, fra cui Ansaldo e D'Apollonia. A Pisa, il nuovo master in Tecnologie degli impianti nucleari, diretto da Giuseppe Forasassi, dà una garanzia altrettanto sicura, considerato il livello degli insegnanti: i 20 studenti che riusciranno a entrare potranno accedere facilmente alle nuove posizioni che si aprono nel settore (i termini di ammissione scadono il 30 ottobre). A Bologna, il master in Progettazione e gestione di sistemi nucleari avanzati, inaugurato l'anno scorso in collaborazione con Enel e Edison, si ripete quest'anno. E poi c'è il master storico in Tecnologie nucleari a Pavia.

I candidati ideali per queste specializzazioni sono gli ingegneri nucleari usciti dai sei corsi di laurea rimasti in vita in Italia dopo lo stop al nucleare di oltre vent'anni fa: Torino, Milano, Padova, Pisa, Roma e Palermo, raggruppate nel Consorzio Interuniversitario per la Ricerca Tecnologica Nucleare. Anche nei sei corsi di laurea, che sfornano un centinaio di laureati all'anno, spira aria di boom. Il Politecnico di Milano sta investendo ben 12 milioni di euro nei nuovi laboratori nucleari in via di realizzazione alla Bovisa: un edificio di tre piani oltre a un bunker per gli esperimenti con la radioattività. Basta dare un'occhiata alla rinascita in giro per il mondo per capire da cosa dipende questo balzo. Areva ha lanciato quest'anno una campagna assunzioni per 12.000 persone e Westinghouse prevede di reclutare 1.200 persone all'anno nei prossimi 5 anni. Ma anche le prospettive di riaprire un capitolo nucleare in Italia attirano gli studenti.

Ansaldo Nucleare, partner nel nuovo master di Genova, conta si assumere dai 20 ai 30 neolaureati all'anno. Il braccio atomico di Finmeccanica, con uno staff di 200 specialisti in impianti nucleari, ha un accordo con Westinghouse per condividere gli appalti di reattori AP1000 e si candida per l'altra metà della torta italiana. Sulla prima metà punta già Enel (in consorzio con Edf), che sta ricostruendo la sua squadra nucleare e ha già assorbito 150 specialisti, assegnati ai progetti in corso in Francia e in Slovacchia. “Ma in prospettiva contiamo di raddoppiare questo numero”, spiega Giancarlo Aquilanti, numero uno della nuova squadra atomica dell'Enel. Solo per partecipare alla costruzione dell'Epr (European Pressurized Reactor) a Flamanville, in Normandia, l'Enel ha piazzato una sessantina di specialisti in loco. “Questo training sul campo – precisa Aquilanti – è volto a ricreare le competenze e i profili professionali in grado di gestire l'intero ciclo di vita di un impianto, che oggi ci mancano. Ci tornerà utile per formare le squadre direttive che poi andranno a gestire le operazioni nei cantieri italiani”.

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  • roberto |

    Cari ragazzi, noi ci iscriviamo ai master con la speranza che ci portino ad un lavoro ma in realtà non è cosi. Alla fine vai a fare stage (in posti che non hanno niene in comune con quanto scritto sulla brochure) che non ti portano per il 90% assolutamente a nulla. Se volete fare uno stage non c’è bisogno del master tanto anche se fai il master alla fine comunque ti devi mettere a cercare lavoro dopo averlo fatto…..tanto vale non sprecare i soldi. Ormai i master sono solo un grande affare per chi li organizza….milioni e milioni in tasca!!!!! e diffidate da chi fa grandi elogi , ormai ho capito come vanno le cose….mi raccomando….fatevi furbi!!!!!!!!
    NON VI RACCONTO BALLE MA MI PREOCCUPO SOLO DI DIRVI LA VERITA’.

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