"Il consumo eccessivo di energia elettrica non è dato tanto dall'utilizzo diffuso di lampadine a incandescenza, quanto dall'uso poco consapevole della luce in generale". Mario Nanni (www.marionanni.com), designer della luce e progettista romagnolo, titolare dell'azienda Viabizzuno, è uno dei più battaglieri avversari della normativa che manderà presto in soffitta le lampadine a incandescenza.
Perché?
"Sono convinto che anche in un'epoca come la nostra, in cui l'efficienza energetica è importante, ci possa essere spazio per tutte le sorgenti luminose, a patto di usare la potenza giusta per ogni ambiente e il consumo giusto in base alle necessità. E' inutile buttare via l'incandescenza a favore delle fluorescenti a basso consumo, se poi l'illuminazione non viene progettata bene, si lasciano le lampade sempre accese o se ne accendono troppe. Per non parlare del problema della qualità della luce".
E dunque?
"L'incandescenza è solo il capro espiatorio per ottenere un altro risultato, la riduzione dei consumi energetici complessivi. E' giusto: nei miei progetti, come ad esempio il Museo del Design alla Triennale, faccio molta attenzione a questo aspetto. Ma non si possono considerare solo i consumi finali, bisogna tener conto dell'intera filiera: la produzione delle fluorescenti compatte, ad esempio, implica consumi energetici notevolmente superiori e il loro smaltimento è molto più complesso e oneroso rispetto a quello delle comuni lampadine a incandescenza. Inoltre non tutti sanno che per i Led e le lampadine a ioduri metallici è necessario un alimentatore, che a sua volta consuma e quindi fa diminuire del 15% il rendimento dell'apparecchio".
Possibile che il legislatore si sia sbagliato così clamorosamente?
"Non dico questo. Ma se si vogliono tagliare le emissioni, sarebbe molto più efficace limitare per legge i consumi complessivi destinati all'illuminazione, lasciando poi al progettista la scelta delle sorgenti luminose più adatte, invece che mettere al bando una singola tecnologia".