Efficienza energetica, smart-grid e sistemi di accumulo. Per tagliare i consumi, spianare i picchi della domanda e gestire al meglio la produzione incostante da fonti rinnovabili, questi sono i tre settori che la fanno da padroni nell’ultima ondata dell’innovazione energetica. E sul fronte dell’efficienza, è l’Europa a prevalere sugli Stati Uniti, grazie anche al caro- bolletta e alla legislazione più stringente. Le startup europee si distinguono in particolare sul fronte dell’illuminazione efficiente, come la tedesca NovaLed, la francese Lucibel, l’irlandese Nualight o la svedese glo, tutte focalizzate sui led e particolarmente specializzate nell’edilizia sostenibile, con soluzioni fatte apposta per gli architetti. La progressiva riduzione dei prezzi dei led e degli oled sta facendo dilagare queste tecnologie, che sono previste in grande crescita nei prossimi anni, soprattutto in Europa, fino a una quota di mercato del 70% nel 2020. Riscaldamento e raffrescamento efficiente sono un altro campo d’azione privilegiato per le soluzioni innovative inventate da questa parte dell’Atlantico, come quelle offerte dall’israeliana Phoebus Energy, che ha sviluppato dei sistemi ibridi per il riscaldamento dell’acqua, usando il solare termico insieme all’elettricità per ridurre al massimo i consumi. La tedesca SorTech è specializzata nella refrigerazione super-efficiente, come anche la francese Cooltech Applications.
Ma la vera novità, nel mondo dell’energia, è l’avanzata dei prosumer, tutti quei consumatori che decidono di mettersi in una posizione diversa rispetto ai grandi operatori, non più passiva, ma molto più partecipativa. La differenza non sta soltanto nella nuova produzione distribuita di energia, grazie all’avvento dei piccoli impianti fotovoltaici familiari, ma soprattutto nell’allargamento della base di chi sceglie il mercato libero e quindi vuole vederci più chiaro nei propri consumi. Per sostenere le scelte più articolate di consumo ci vogliono sensori di controllo più sofisticati, termostati più precisi, ma soprattutto tecnologie di comunicazione e di dialogo più interattive. Non stupisce, dunque, la rapida crescita di imprese come Opower, che sviluppa software di analisi e di controllo dei consumi, Tendril, specializzato nell’energy management domestico, e Nest, la startup che ha lanciato il famoso termostato intelligente, attraendo un investimento record di 3,2 miliardi da parte di Google.
Queste tecnologie, insieme a tutte a tutte le altre concentrate nella costruzione e nella gestione delle smart grid, come Gridium e Nexant, rappresentano gli snodi cruciali del mercato elettrico di domani, quando dovrà essere possibile seguire in tempo reale l’andamento dei prezzi e approfittare dei momenti in cui la produzione eolica e fotovoltaica crea un surplus di offerta per acquistare direttamente energia a basso prezzo, da stoccare nei sistemi di accumulo domestici e usare quando sole e vento non producono più e l’energia elettrica diventa più cara.
Per arrivare a questo punto, saranno fondamentali anche i sistemi di accumulo, sia da inserire nella rete, sia direttamente a casa dei consumatori finali. Ambri, una startup americana fondata da Donald Sadoway, che insegna chimica al Mit, ha concepito una batteria diversa da tutte le altre, dove gli elettrodi sono fatti di metallo fuso, e spera di affermarsi come il sistema di accumulo più semplice ed economico per le reti di trasmissione. Ma nella Top 100 delle imprese più promettenti del clean-tech ce ne sono diverse come lei: le americane Aquion Energy e Envia Systems, le australiane Ecoult e Hydrexia, l’inglese Isentropic, la tedesca va-Q-tec. Mai viste tante nella stessa annata.