Le rinnovabili battono le fonti fossili 70 a 30

Le fonti rinnovabili hanno risentito
della crisi mondiale nel 2012, ma si stanno già risollevando. Gli
investimenti annuali in energia verde triplicheranno da qui al 2030 e
il 70% della nuova potenza installata verrà da fonti pulite, secondo
le ultime previsioni di Bloomberg New Energy Finance. A spingere la
crescita è proprio il calo dei costi, quello che nel 2012 ha
falcidiato il settore, rendendo però le fonti rinnovabili sempre più
competitive rispetto alle fonti convenzionali. "La visione
apocalittica dei costi della transizione verso le fonti pulite di
energia non è più vera, grazie al crollo dei prezzi che ha scosso
il settore", spiega Michael Liebreich, numero uno di Bloomberg
New Energy Finance. "Tre anni fa avevamo previsto che il vento e
il sole sarebbero diventati molto più economici, ma la realtà ci ha
di gran lunga superati", precisa Liebreich.

PREVISIONI POTENZA 2030 BLOOMBERG
I risultati dell'ultimo studio di
Bloomberg, infatti, sono più ottimistici delle stime uscite solo un
anno fa: la previsione sulla crescita delle fonti pulite, in termini
di capacità installata, è stata rivista al rialzo del 25% e quella
sugli investimenti annuali del 35%. In questo scenario, i
finanziamenti alle fonti verdi passeranno dai 190 miliardi all'anno
spesi nel 2012 ai 630 miliardi del 2030. Da qui ad allora, il 70%
della nuova potenza installata sarà da fonti rinnovabili
(idroelettrico incluso), il 25% da fonti fossili e il 5% da nucleare.
A fare la parte del leone saranno eolico e fotovoltaico, che
peseranno rispettivamente per il 30 e il 24% della nuova potenza.
Questo significa che già alla fine del prossimo decennio, ben metà
della potenza elettrica mondiale potrebbe venire dalle fonti
rinnovabili.

PREVISIONI INVESTIMENTI 2030 BLOOMBERG
Un saggio di questo trend si è già
visto in Europa nell'ultimo decennio: dal 2000 al 2012, le nuove
installazioni di eolico e fotovoltaico sono arrivate a 166 gigawatt,
contro i 121 gigawatt del gas. Negativo il saldo di carbone, olio e
nucleare. Lo scorso anno, il 64% della nuova capacità elettrica
installata è venuta da fonti rinnovabili, circa 30 gigawatt contro i
44 totali. Le previsioni di Bloomberg, quindi, non cadono dal cielo,
anche se sono più ottimistiche di quelle dell'International Energy
Agency, che attribuisce alle fonti pulite solo il 57% della nuova
potenza installata da qui al 2030. Bloomberg tiene conto del recente
terremoto dei prezzi, che ha portato giganti come Suntech alla
bancarotta e come Vestas a perdite colossali. Mentre le aziende
soffrono per la riduzione dei margini, i prezzi bassi rendono
convenienti progetti d'installazioni che prima non lo erano e
avvicinano il giorno in cui le fonti pulite saranno più attraenti
delle fonti fossili, malgrado la fine degli incentivi.

"E' una stima forte, ma
plausibile", commenta Guy Turner, il direttore scientifico di
Bloomberg New Energy Finance. "Si traduce in una crescita
annuale del 6,7% e molti settori sono cresciuti più di così in
questa fase del loro sviluppo", spiega. Ma le spinte future
saranno completamente diverse da quelle che hanno fatto avanzare le
fonti pulite fino ad oggi. "Il modello europeo dei sussidi
pubblici verrà sostituito dalla nuova competitività delle fonti
pulite, che le sta facendo diventare semplicemente un buon affare",
prevede Turner. Non a caso il settore ormai è finanziato da grandi
investitori, come Warren Buffett o Bill Gates, non più solo in
chiave ambientalista, ma alla ricerca di buoni profitti sul lungo
periodo.

Il sostegno del governo cinese ai
produttori di celle fotovoltaiche sta continuando ad abbattere i
costi del solare, mentre i produttori di pale eoliche costruiscono
turbine sempre più grandi e più potenti, per ridurre le spese
d'installazione. Siemens sta testando una turbina da 6 megawatt e ne
progetta una da 10 megawatt. Alstom sta testando la sua prima turbina
offshore da 7 megawatt e Mitsubishi ne progetta una che comincerà i
test onshore quest'anno nel Regno Unito. Rispetto alle turbine
attuali, che in media non vanno oltre i 3 megawatt, i costi
d'installazione sono destinati dunque a dimezzarsi.

Importantissima, sottolinea lo studio,
sarà l'integrazione delle fonti intermittenti e non programmabili,
come fotovoltaico ed eolico, nel sistema elettrico. Serviranno
investimenti consistenti in reti, accumuli e sistemi di gestione.
Cresceranno, inoltre, gli investimenti nei Paesi emergenti, come il
Nord Africa, il Medio Oriente, l'America Latina e l'Asia, dove le
risorse naturali in termini di sole e di vento sono più abbondanti.
Anche le lusinghe del gas a basso prezzo, aggiunge Liebreich, "si
scontreranno con un futuro in cui i costi delle tecnologie per le
fonti pulite caleranno ancora". I costi in calo vincono sempre.