Conto alla rovescia verso il Nearly Zero Energy Building

Pronti, via. Il conto alla rovescia
verso il traguardo europeo del Nearly Zero Energy Building è
cominciato. Da qui al 2020 il settore delle costruzioni dovrà
adeguarsi all'obiettivo di realizzare edifici dai consumi energetici
prossimi allo zero, in base alla normativa europea, che per gli
edifici pubblici entra in vigore già alla fine del 2018. Nel giro di
cinque anni, quindi, questo nuovo modo di costruire dovrà diventare
la regola e già entro pochi mesi tutti i Paesi membri dovranno
fornire a Bruxelles i piani nazionali per spingere il settore in
questa direzione. L'Italia per fortuna non parte da zero: Cresme ed
Enea hanno stimato che, grazie al sistema di agevolazioni fiscali del
55% per la riqualificazione energetica, sia stato attivato un volume
complessivo di 1,4 milioni di interventi, per un controvalore pari a
17 miliardi di euro, generati da un intero comparto, stimabile in
oltre 50mila nuovi posti di lavoro nei settori dell'edilizia e
dell'indotto, dalle fonti rinnovabili alla domotica, dagli infissi ai
materiali avanzati.

Efficienza

Ma l'attenzione all'ambiente e le
normative sempre più stringenti sono destinate a innescare una
trasformazione ancora tutta da venire, con vaste ricadute economiche.
Di questo si parlerà a NextBuilding, la fiera dell'edilizia
sostenibile, che affiancherà dall'8 al 10 maggio il SolarExpo nella
nuova sede di Milano-Rho. "Se
tutte le nuove costruzioni seguissero i requisiti degli '
edifici
a energia quasi zero', il volume d'affari annuale stimato per
l'Europa sarebbe di 62 miliardi di euro", spiega Lorenzo
Pagliano, docente di fisica dell'edificio al
Politecnico
di Milano, che ha curato il convegno centrale di NextBuilding, in cui
si illustreranno casi virtuosi di costruzioni e ristrutturazioni
verdi. Come il Progetto Botticelli, la prima casa eco-passiva
siciliana, realizzato sulle pendici dell'Etna, a Mascalucia, e basato
sulla reinterpretazione in chiave contemporanea della casa rurale.
L'edificio, pensato come progetto pilota per l'isola, è una villetta
unifamiliare progettata secondo i protocolli PassivHaus di Darmstadt
e CasaClima di Bolzano dallo studio di Carmelo Sapienza. Per la
ristrutturazione di un edificio pubblico si porterà l'esempio
dell'ex edificio delle Poste a Bolzano, oggi sede degli uffici della
Provincia, ristrutturato completamente con standard di casa passiva,
ottenendo l'eccezionale risultato di un consumo di 7 kilowattora al
metro quadro all'anno contro gli oltre 200 kilowattora al metro
quadro consumati in precedenza, che poi sono il consumo abituale di
un edificio simile in Italia. Questo risultato ha consentito di
passare da un costo di combustibile di 90mila euro all'anno a 4mila
euro. L'investimento è stato più caro del 10% rispetto ad una
normale ristrutturazione e si ammortizzerà in cinque anni, dopodiché
i guadagni sono assicurati.

"Il segreto è
ridurre al minimo le dispersioni, utilizzare impianti di
riscaldamento o di raffrescamento molto efficienti e compensare i
consumi con energia prodotta da fonti rinnovabili, direttamente in
casa o nei pressi.
Applicando queste tecniche si può ridurre
di 20 volte la bolletta energetica di un edificio, fin quasi a zero",
fa notare Pagliano. Così l'Italia potrebbe tagliare i consumi
energetici nazionali del 44% da qui al 2030. In particolare per gli
edifici pubblici, che pesano sul bilancio dello Stato, è un ottimo
sistema per tagliare i costi. Proprio per questa ragione, la
direttiva europea obbliga prima di tutto l'edilizia pubblica ad
adeguarsi ai nuovi standard.

Per ora la
Danimarca è l'unico Paese dell'Unione ad aver già presentato il suo
piano strategico per arrivare in tempo ai risultati imposti dalla
direttiva europea. Gli altri sono in elaborazione e verranno
presentati nel giro di qualche mese. Ma anche fuori dall'Unione non
si sta con le mani in mano. "In Norvegia già dal 2015 tutte le
case nuove dovranno essere passive, quindi con consumi energetici
bassissimi. In Svizzera l'etichettatura energetica è volontaria, ma
il loro parco edilizio ha già standard molto alti", precisa
Pagliano. In Italia, secondo uno studio di Nomisma e Pentapolis, solo
il 3% degli edifici ha tutti i requisiti per ottenere un buon
risparmio energetico, mentre il 24% non ne ha nessuno. Abbiamo ampio
spazio di miglioramento.