Quando pubblicò "Frames of Mind" nel 1983, Howard Gardner scatenò un dibattito sull' intelligenza umana che continua ancor oggi. L' illustre psicologo di Harvard sostenne allora che non esiste una singola qualità o capacità chiamata intelligenza, ma piuttosto una serie d' intelligenze diverse, otto o nove, che si manifestano nelle diverse persone. Cinque, secondo il suo recente libro "Five Minds for the Future", saranno necessarie ai manager del futuro per funzionare correttamente nell' era dell' informazione e della globalizzazione. In particolare la mente etica, che avrebbe evitato molti recenti disastri.
Quali sono i cambiamenti che oggi rendono certe intelligenze più utili di altre?
«Ci sono tre cambiamenti significativi. Il primo sono le nuove tecnologie: un computer può fare molte cose che prima erano dominio esclusivo della mente umana, perciò oggi un' intelligenza capace di intuizioni diverse da quelle che può avere un computer ha più valore di altre. Il secondo cambiamento è la globalizzazione. Per riuscire a funzionare in un mondo globalizzato, capire le interconnessioni fra diverse culture è molto più importante di cinquant' anni fa».
E il terzo cambiamento?
«Il terzo ha a che fare con la diversità. Fino ad oggi la specie umana si è evoluta in un contesto che le consentiva di avere contatti con circa 150 individui, la maggior parte dei quali simili a noi o addirittura parenti. Oggi, invece, dobbiamo confrontarci con una società così diversificata che cinquant' anni fa sarebbe stata del tutto inconcepibile. Si ha la sensazione di poter entrare in contatto e influenzare chiunque nel mondo e viceversa».
E quali sono le cinque intelligenze più adatte ad affrontare questi cambiamenti?
«Le prime tre sono le stesse di cui parlo da molto tempo ai top manager di tutto il mondo: la mente disciplinata, la mente sintetizzatrice e la mente creativa. Questi primi tre tipi d' intelligenza sono fondamentali per districarsi nel diluvio d' informazioni che ci sommerge e per distinguerci dalle macchine con delle proposte originali. Le ultime due, la mente rispettosa e la mente etica, hanno più a che fare con la sfera dell' umanità. Nell' ultimo decennio la mia ricerca si è focalizzata soprattutto su queste due».
Decisamente attuali in un' epoca dove l' accelerazione estrema porta molti manager a prendere delle scorciatoie che alla fine si rivelano devastanti, come si vede adesso nel mondo delle banche…
«Esattamente. La distinzione fra chi lavora con competenza e onestà e chi lavora prendendo scorciatoie sta emergendo in maniera chiara proprio in questo periodo di crisi. Le uniche banche che si salveranno sono quelle che non hanno preso scorciatoie».
Per un buon leader, dunque, una mente etica oggi è particolarmente importante…
«Lo è sempre stata, ma oggi la sfida etica ha raggiunto un grado d' intensità diverso. La mente etica è sempre attenta alle proprie responsabilità nei confronti del mondo, compresi i propri clienti, dipendenti e vari stakeholder. Oggi un buon leader dev' essere molto più attento di una volta a impostare il modello di business della sua azienda su principi di onestà e rispetto per gli altri».
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