Per salvare la Terra dalla catastrofe climatica bisogna ricorrere all' uso massiccio del nucleare. L' appello lanciato qualche giorno fa da James Lovelock, uno dei più famosi scienziati verdi del pianeta, fra i primi a denunciare l' effetto serra, sta sollevando un vivace dibattito fra gli ambientalisti e dovunque l' uso del nucleare sia stato fortemente limitato, come in Germania, dove non si costruiscono più centrali nuove e si punta a chiudere quelle esistenti man mano che invecchiano. Il primo effetto della moratoria nucleare è stato il ricorso crescente all' uso di combustibili fossili, come petrolio, gas o carbone, visto che le nuove fonti (soprattutto eolico e solare), non sono ancora sufficientemente competitive per sostenere il fabbisogno energetico di un Paese industrializzato. Con la conseguenza di aumentare significativamente le emissioni di anidride carbonica, principale responsabile dell' effetto serra, insieme ai prezzi dell' energia, sempre più legati alle quotazioni del petrolio. In Italia, l' unico grande Paese d' Europa che non si è limitato alla moratoria, ma ha anche chiuso le sue uniche quattro centrali funzionanti, oggi l' 80% dell' energia deriva da combustibili fossili e il suo prezzo medio è quasi doppio rispetto al resto d' Europa. Secondo gli ultimi dati dell' Enea, nel 2001 il nostro Paese ha conquistato il terzo posto nell' Ue per le emissioni di anidride carbonica dal sistema energetico (14%) e la tendenza è in forte crescita. Per Lovelock, biologo inglese diventato famoso per la teoria di Gaia, secondo cui la Terra sarebbe simile a un organismo vivente in grado di autoregolarsi, questo circolo vizioso va assolutamente spezzato. E in fretta. Perché tanta fretta? «Il ritmo del surriscaldamento della Terra è stato ampiamente sottostimato anche da chi, come me, se ne occupa da oltre vent' anni. Che la temperatura sia cambiata ce ne siamo accorti tutti in Europa: gli inverni sono più caldi, la primavera arriva in anticipo e si trasforma subito in estate, i ghiacciai delle Alpi si sciolgono sotto i nostri occhi. L' ondata di caldo che ha colpito l' anno scorso l' Europa continentale ha fatto ventimila morti e secondo un approfondito studio di un gruppo di scienziati svizzeri, il fenomeno è certamente legato all' effetto serra. Ma quello che gli europei non vedono sono le conseguenze sui ghiacci artici, dove il riscaldamento del clima è circa doppio rispetto alla fascia temperata. Dalla Groenlandia scende acqua a fiumi e nel giro di trent' anni la calotta artica, ancora più vulnerabile, potrebbe essere già completamente sciolta. A quel punto potremmo già avere grandi città costiere, come Londra, New York, Tokio o Calcutta, minacciate dall' acqua alta. Per non parlare di Venezia, dove il danno sarà ormai irrimediabile». Non le sembra un catastrofismo da film The day after tomorrow? «Quello è un film del tutto antiscientifico, ma coglie un dato di fondo: l' urgenza. A poco a poco i popoli dell' Occidente industrializzato si stanno accorgendo che andiamo incontro a un' emergenza. Le conseguenze dell' effetto serra si amplificano a vicenda, creando un' accelerazione complessiva del fenomeno finora mai vista. Ci resta pochissimo tempo per contrastare questa gravissima minaccia alla civiltà umana». Ma perché proprio con l' energia nucleare? «L' effetto serra va affrontato con misure immediate, come se fossimo in guerra. Ma l' industrializzazione non si può spegnere come una lampadina, perciò bisogna sostituire ai combustibili fossili una fonte alternativa già pronta. Il nucleare è l' unica fonte alternativa immediatamente fruibile: in attesa di svilupparne altre in futuro, non c' è altra soluzione. Bisogna che i miei amici verdi accettino l' evidenza e smettano di contrastarla». E il problema delle scorie? «L' opposizione all' energia nucleare è basata su timori irrazionali e del tutto antiscientifici, amplificati ad arte dalla lobby ambientalista. Anch' io sono un ambientalista, ma resto uno scienziato e basta leggere le statistiche per rendersi conto che il nucleare è la fonte energetica più sicura del mondo. I danni causati dalle fughe radioattive sono ridicoli rispetto a quelli derivanti dalla combustione di carbone o petrolio, ma perfino dalle dighe dell' idroelettrico. Bisogna smettere di demonizzare le scorie come pericolose. Sono sorvegliatissime e occupano un volume infinitesimale del nostro spazio: tutte le scorie prodotte dai reattori del Regno Unito, che funzionano da decine di anni, non riempirebbero uno stanzone di dieci metri per dieci». Ma allora perché insistere tanto sulla ratifica del protocollo di Kyoto da parte della Russia e degli Usa? «Già, perché? La ratifica della Russia è imminente, ma non sarà certo l' applicazione di queste regole ridicole a salvare l' umanità. È molto più utile quello che stanno facendo gli Usa, con tutti gli investimenti sull' idrogeno e lo sviluppo di un nuovo tipo di reattore nucleare ancora più sicuro ed efficiente. Purtroppo anche gli americani non percepiscono ancora quanto sia urgente intervenire in maniera radicale, anche se ci sono alcuni singoli Stati – come la California – che hanno introdotto restrizioni molto severe alle emissioni di anidride carbonica. Molto più severe degli accordi di Kyoto».
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