Via la cravatta per risparmiare energia

Via la cravatta. Per l'Eni è questa la parola d'ordine dell'estate. L’iniziativa, nata due anni fa, consiste nel sollecitare i dipendenti a un abbigliamento meno rigoroso in ufficio, con l’obiettivo di risparmiare energia. I risultati dell’iniziativa lo scorso anno sono stati molto positivi: alzando di un grado la temperatura interna dei suoi uffici, il Cane a sei zampe ha ottenuto un risparmio di energia elettrica di 302.000 kilowattora, pari a una diminuzione dei consumi di energia elettrica per climatizzazione del 9% e a una riduzione delle emissioni di anidride carbonica di circa 175 tonnellate. Il risparmio economico derivato dall’iniziativa è stato investito in progetti di sostenibilità, nell'ambito di un impegno per l’efficienza energetica che è stato anche oggetto di una vasta campagna pubblicitaria, volta a spingere le famiglie italiane verso un consumo più razionale delle risorse energetiche.
Ma l'Eni non è un caso isolato. Incoraggiare i dipendenti a togliere la cravatta in ufficio è una metafora per affrontare un argomento decisamente concreto, la sensibilizzazione sul tema dei consumi attribuibili all’uso smodato dei condizionatori d’aria durante i mesi estivi. In Spagna, dopo che un'azienda importante come Acciona ha raccomandato ai suoi 4.000 dipendenti un abbigliamento informale, è lo stesso governo a lavorare a un pacchetto di misure di risparmio energetico da proporre a tutti gli spagnoli. In Inghilterra il look tradizionale dell'uomo d'affari è mutato e non è difficile incontrare gli gnomi della finanza che si aggirano per la City in maniche di camicia. In Giappone è stata varata la campagna "cool biz", lanciata due anni fa dall'ex premier Junichiro Koizumi, che ha inaugurato il nuovo stile casual per i dipendenti pubblici e ha fatto risparmiare al Giappone 70 milioni di kilowattora. In Cina è stato il segretario Hu Jintao in persona a chiedere di indossare solo una camicia a maniche corte.

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