Sul rigassificatore di Brindisi, «mi trovo di fronte a un mandato popolare chiaro: il consiglio regionale si è espresso all' unanimità contro questo impianto, così come il consiglio provinciale e quello comunale». Nichi Vendola, governatore della Puglia, fin dalla campagna elettorale si è schierato con decisone contro la collocazione di un terminal di rigassificazione nel porto industriale di Brindisi, dove il gruppo British Gas (Bg) sta lavorando da un anno. L' impianto, che poteva essere già pronto nel 2007, ha subito una serie di rallentamenti burocratici tali da farne slittare l' entrata in esercizio al 2009. Fra il 2001 e il 2002, le amministrazioni regionale, provinciale e comunale si erano già pronunciate a favore dell' impianto proposto da Bg, che all' inizio del 2003 ha ottenuto il via libera con un decreto interministeriale. Non le sembra un capitolo chiuso? «No, non mi sembra un capitolo chiuso. Qui bisogna decidere a che cosa dare più importanza: al mandato popolare o a un' astratta procedura amministrativa?». La procedura amministrativa ha messo insieme 23 diversi enti locali e centrali, pronunciatisi all' unanimità nella conferenza servizi. Non discendevano da un mandato popolare? «Ma sia l' amministrazione comunale che quella provinciale e regionale poi sono state mandate a casa. Ciò significa che le decisioni prese da quelle amministrazioni non hanno soddisfatto la popolazione locale. Quindi vanno modificate. Non è un caso che gli attuali amministratori siano stati votati proprio sull' onda dell' opposizione a quell' impianto. Ora che siamo stati eletti, dobbiamo dare seguito alle promesse fatte in campagna elettorale. Per questo chiediamo che venga fatta una nuova valutazione d' impatto ambientale». Non è detto che quando un' amministrazione viene mandata a casa, bisogna disfare tutto quello che ha messo in piedi. Le decisioni prese spesso diventano legge. Come la mettiamo con la certezza del diritto? «L' iter procedurale attraverso il quale si è giunti al decreto si è svolto in un clima di degrado politico, di gestione affaristica della cosa pubblica e di vaste corruttele che ora noi vogliamo correggere. Non si possono lasciar correre scelte rilevanti per il futuro del territorio che potrebbero essere state portate a maturazione da interessi personali». Lei accusa le amministrazioni precedenti di aver agito per interessi personali? «Questo è compito della magistratura». Ma non tutti a Brindisi sono contro il rigassificatore. «Ci sono alcune espressioni sindacali, che restano legate alle logiche di gestione delle passate amministrazioni. Ma sono estremamente minoritarie in termini di consenso popolare». Dunque la sua opinione è che il rigassificatore di Brindisi non s' ha da fare? «Senza dubbio. Abbiamo detto sì a una vasta serie di progetti nel campo dell' energia: a Brindisi sorgerà una maxi centrale solare. Ci piacerebbe fare della Puglia uno dei più importanti parchi energetici alternativi. Abbiamo concluso la moratoria all' eolico e detto sì al metanodotto fra la Grecia a Otranto. Non abbiamo nemmeno espresso un no pregiudiziale ai rigassificatori: c' è il progetto di Taranto». Si farà? «Non ho detto questo. Bisogna vedere che ne pensano i tarantini…».
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