Dopo il petrolio, il litio

Dopo il petrolio, il litio. E’ questa la materia prima del futuro. E Obama l'ha capito: nel pacchetto di stimolo all’economia Usa, ha inserito un corposo capitolo da 5 miliardi per sviluppare la produzione su larga scala di batterie agli ioni di litio, che servono a mandare avanti le auto elettriche. Una somma notevole, che indica senza ombra di dubbio qual’è la strada scelta dal neo-presidente per riscattare l’industria automobilistica americana dal baratro in cui è caduta. Obama è molto sensibile all’economia verde, allo sviluppo tecnologico e al futuro di Detroit. Vuole salvare le tre major dell’auto, ma vuole anche spingerle verso una crescita sostenibile. Una spinta da 5 miliardi non basterà per segnare un’istantanea inversione di marcia, ma potrebbe essere sufficiente per oliare un meccanismo che si è già messo in moto da solo.L’auto elettrica, infatti, è già partita. Se n’è avuta una prova all’ultimo salone di Detroit, dove hanno presentato modelli elettrici tutte le case presenti, da Gm (con la futura Volt) alla cinese Byd (leader nelle batterie, oggi lanciata anche nell’auto) fino a Honda e Mercedes-Benz, passando per Renault e Peugeot. Le sperimentazioni ci sono già: a New York (Bmw-Mini elettriche), Parigi (Renault con Edf), Berlino (Smart elettriche), Israele e Danimarca (Renault Nissan). In questi due Paesi è in costruzione anche una rete di distribuzione lanciata da un’azienda californiana, Better Place, che copia il modello di business dei telefonini: auto gratis o quasi, con sottoscrizione di un piano tariffario basato sul chilometraggio. Del resto su percorsi di mobilità urbana e di breve raggio, entro i 150 chilometri, le batterie di ultima generazione sono già competitive con il motore a combustione.L’economia al litio, dunque, è già cominciata. Con grande soddisfazione della Bolivia, dove si trova il 50% delle riserve conosciute sfruttabili di questo metallo, nei laghi salati prosciugati sulle Ande.

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