Da Walmart a Pam, sfida ecologica sullo scaffale

“Save money. Live better”. In fondo è tutto qui. Il motto di Sam Walton, che sta alla base della crescita fenomenale di Walmart, la più grande compagnia non petrolifera del mondo, è perfettamente in sintonia con la nuova filosofia verde del colosso americano della distribuzione, che sta diventando uno dei principali player Usa nel fotovoltaico, con 22 dei suoi centri commerciali coperti di pannelli e il più grande impianto fotovoltaico dell'America Latina appena aperto in Messico. Ma non basta. I 360 supermercati Walmart del Texas vanno a vento dallo scorso aprile, grazie a un parco eolico costruito apposta da Duke Energy. E l'intenzione dell'azienda è quella di replicare l'accordo anche in altri Stati americani, in modo da abbattere il più possibile le emissioni di CO2 e nel contempo tagliare i costi di energia. L'obiettivo è arrivare a emissioni zero, grazie al 100% di copertura energetica da fonti rinnovabili per tutti i supermercati della catena. E non basta ancora. L’iniziativa riguarda anche i fornitori di Walmart, invitati a sbarazzarsi di tutte le forme di energia non rinnovabile e a ridurre la quantità degli imballaggi che utilizzano. Solo riducendo del 5% gli imballaggi, la compagnia di distribuzione potrebbe ottenere un risparmio di 3,4 miliardi di dollari: il traguardo è stato fissato per il 2013. Sul fronte dei trasporti, il leader mondiale dei supermercati ha già superato uno dei suoi obiettivi – che era ottenere il 25% di miglioramento della propria efficienza tra il 2005 e il 2009 – e adesso sta testando nuovi modi per migliorare la propria flotta, adottando dei camion ibridi e riciclando come carburante i grassi da cucina esausti dei suoi negozi e della clientela. Ma si sa, dove va Walmart, gli altri seguono. Anche Tesco, principale rivale della catena americana, si è adeguata al suo motto originario: "Every Little Helps". Il principio ovviamente si riferiva al taglio dei prezzi, ma oggi è applicabile anche al taglio delle emissioni, calate del 13% dall'inizio 2007, quando Terry Lehay ha lanciato la svolta ecologica. Gli ultimi supermercati di Tesco sono tutti costruiti secondo i parametri della bioarchitettura: i due primi capolavori verdi sono il negozio di Cheetham Hill, alla periferia di Manchester, e quello di Ramsey vicino a Cambridge. Il primo ha tutte le caratteristiche tipiche degli edifici passivi, il secondo è addirittura a emissioni zero, perché produce da fonti rinnovabili l'enegia che consuma. Anche Tesco vuole arrivare a zero emissioni entro il 2050. La ricetta è sempre la stessa: risparmi energetici puntando sull'efficienza nell'illuminazione, nella refrigerazione, nei trasporti. E poi taglio degli imballaggi, dei rifiuti, utilizzo di prodotti più concentrati, infine pressione sui fornitori perché si adeguino alla nuova filosofia verde. La grande distribuzione ha un enorme potere contrattuale nei confronti dei fornitori, che volenti o nolenti finiscono per adeguarsi ai nuovi standard imposti dalle grandi catene. In Italia siamo ancora all'inizio, ma qualcosa si muove. "I marchi principali della grande distribuzione, da Esselunga a Pam, da Auchan a Bennet, hanno lanciato un programma comune di risparmio energetico che punta alla telegestione intelligente dei consumi", spiega Fabio Grosso di Innowatio, la società specializzata nella gestione del portafoglio energetico e nell'efficientamento degli impianti, che sta seguendo il progetto. L'esperienza è nata dall'avvio di Centomilacandele, un consorzio di acquisto dell'energia, da cui si è sviluppato il progetto di puntare anche su una maggiore efficienza nei consumi. "Innowatio interviene su entrambi i fronti del problema: con la società YouTrade assicura un buon vantaggio economico sugli acquisti di energia e con la società YouSave cerca di ottimizzare i consumi", precisa Grosso, che è amministratore delegato di YouSave. Il progetto Smart Market consiste nel monitoraggio dei consumi per individuare gli sprechi e, in prospettiva, nella creazione di una rete intelligente per controllare e regolare i carichi di tutti i supermercati da una postazione centralizzata. Già oggi i primi interventi hanno consentito di realizzare risparmi per circa il 20% della bolletta annuale. Ma c'è ancora molto lavoro da fare.