Meno silicio significa abbassare i costi delle celle fotovoltaiche e la diminuzione dei costi significa un passo avanti verso la grid parity, cioè il momento in cui l'energia del sole sarà davvero competitiva con quella prodotta bruciando combustibili fossili.
Le celle a film sottile impiegano molto meno silicio (da 0,4 grammi per Watt contro i 20 grammi per Watt dei pannelli "tradizionali") e in più hanno la capacità di sfruttare la luce diffusa e la maggiore integrabilità architettonica, grazie alla flessibilità e in certi casi alla semi-trasparenza del materiale ottenuto. Per questo motivo, la domanda di moduli fotovoltaici a film sottile è cresciuta in maniera esponenziale nel mondo. La quota di mercato del thin-film, che oggi non va oltre il 15%, ha una buona prospettiva di arrivare al 40% nel giro di quattro anni. Lo stabilimento Sharp di Sakai, in Giappone, sarà la più grande fabbrica di celle a film sottile del mondo. Sakai sforna da quest'estate celle solari a tripla giunzione utilizzando un substrato di vetro della dimensione di 1000 x 1400 mm. Per aumentare l’efficienza delle celle solari a tripla giunzione è importante migliorare la cristallinità – la regolarità della disposizione atomica – in ciascuno strato. È inoltre essenziale utilizzare composizioni di materiali che permettano di massimizzare l’effetto dell’energia solare. Il germanio (Ge), posizionato nello strato sottostante delle celle convenzionali, produce un’ampia quantità di corrente. Questa corrente però, veniva in parte persa senza essere convertita efficacemente in energia elettrica. La soluzione è venuta dall’uso di InGaAs, arseniuro di indio e gallio, in grado di convertire la luce in elettricità con un alto grado di efficienza.
Un processo simile verrà utilizzato anche nello stabilimento di Catania, frutto della joint venture fra Sharp, Enel Green Power e StMicroelectronics, operativo dall'inizio del 2011.