Le rinnovabili italiane a un cambio di passo

Meno burocrazia e più trasparenza per le fonti rinnovabili. La svolta, inaspettatamente, è arrivata in pieno agosto: con la conversione in legge del decreto energia, altrimenti detto “sblocca reti”, vengono rimossi gli ultimi ostacoli burocratici per la crescita degli impianti di produzione elettrica verde in Italia, mentre con le Linee Guida per l'inserimento degli impianti nel paesaggio – in particolare quelli eolici – vengono finalmente uniformate le discipline autorizzative delle varie Regioni, ponendo così fine al proliferare di legislazioni incoerenti da parte degli enti locali. Da qui in poi, sarà più semplice ottenere finanziamenti per la crescita. Crescita peraltro già galoppante: nel 2009 l’energia rinnovabile incentivata dal Gestore dei Servizi Energetici con i certificati verdi (escluso quindi il fotovoltaico, incentivato con il conto energia, di cui parliamo nella pagina accanto) è stata pari a 16,6 terawattora, mettendo a segno un +50% rispetto al 2008.

Le due riforme sono la premessa necessaria al Piano d'Azione Nazionale per le rinnovabili, appena presentato dal governo alla Commissione Europea per adeguarsi agli obiettivi vincolanti 20-20-20, che punta a raggiungere una produzione elettrica verde di 99 terawattora complessivi al 2020. "Adesso un Piano al 2020 l’abbiamo e non si può tornare indietro", commenta soddisfatto Marco Pigni, direttore dell'Associazione Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili. "Però ci manca il pianista", aggiunge Pigni, riferendosi al ministero dello Sviluppo Economico, vacante dai primi di maggio. "Un 'pianista' che, investito degli idonei poteri istituzionali, sappia dotare il contenitore del contenuto: gli strumenti attuativi".

Per centrare l'ambizioso target, intanto, sarà utile la velocizzazione degli investimenti impressa dal provvedimento sblocca-reti, che concede una corsia preferenziale ai progetti davvero certificati e impone un drastico stop alle speculazioni sui cosiddetti "progetti di carta", basati su autorizzazioni chieste solo per rivenderle poi al miglior offerente. La nomina di uno o più commissari straordinari per le opere energetiche ritenute di "preminente interesse nazionale" dovrebbe levare dal pantano i tanti impianti bloccati dalle lungaggini della burocrazia, mentre una drastica "moralizzazione" dei criteri per chiedere e ottenere le licenze dovrebbe arginare la gran mole di richieste speculative che si concentrano sugli impianti ad energia rinnovabile. D'ora in poi chi chiederà un'autorizzazione dovrà accompagnarla con "congrue garanzie finanziarie" correlate al progetto. Nel frattempo il ministero dello Sviluppo Economico dovrà studiare e varare un sistema di regole per la qualificazione non solo dei progetti ma anche dei singoli operatori titolari delle richieste.

In questo contesto, l'autunno si annuncia carico di novità: prima fra tutte l'Ipo dell'anno, quella di Enel Green Power. Il progetto di quotazione procede spedito, con l'obiettivo di "chiudere l'operazione entro ottobre", ha recentemente confermato il numero uno Fulvio Conti. "Vogliamo raccogliere almeno 3 miliardi di euro", ha detto Conti, senza specificare quale sarà la percentuale da collocare. Sul completamento dell'operazione, il cui road show potrebbe iniziare a fine settembre, molto dipende dalle trattative in corso con alcuni fondi sovrani (non quello libico), interessati ad acquisire attraverso un collocamento privato una quota di Enel Green Power.

A fine agosto è partito intanto il riassetto di Actelios, in cui sono state consolidate tutte le attività Falck nelle fonti rinnovabili, creando un gruppo che dispone di 454 megawatt di potenza, con l’obiettivo di raggiungere i 1.100 megawatt nel 2014. Edison cresce nelle rinnovabili attraverso la controllata Edens, che ha concluso nei giorni scorsi l’acquisto da Gamesa di un parco eolico da 26 megawatt vicino Crotone: il gruppo guidato da Umberto Quadrino arriva così a gestire 2.100 megawatt da fonti rinnovabili, di cui oltre 400 megawatt eolici e punta a 450 entro il 2012. Erg Renew è tornata in attivo grazie all'eolico, che ha fatto volare i ricavi operativi nei primi sei mesi dell'anno a 29,3 milioni, in aumento del 27%, grazie alla maggiore ventosità dei parchi italiani. Crescita esponenziale anche per TerniEnergia, che ha triplicato l'utile nel primo semestre.