Il calcio d'inizio lo daranno i parigini. Dopo il Vélib, parte l'operazione Autolib, con tremila auto elettriche sparse su 700 stazioni in città più altre 900 in 41 comuni della cintura urbana. La prima operazione di carsharing elettrico di massa – uno dei punti centrali del programma elettorale del sindaco Bertrand Delanoë – partirà in settembre con un investimento di 110 milioni di euro. Le macchine le metterà Vincent Bolloré, che ha vinto l'appalto grazie al grande impegno profuso nell'innovativa BlueCar, il prototipo concepito da Pininfarina e presentato all'ultimo Salone di Parigi. Ma a produrle non sarà Pininfarina, che si è tirata fuori dall'avventura per le note difficoltà economiche dell'azienda: usciranno dalle linee della Cecomp di Giovanni Forneris. L' investimento di Bolloré è di 60 milioni di euro, per un giro d'affari che il Comune di Parigi stima in un miliardo di euro lungo i 12 anni della concessione del servizio, in base a una previsione di 200mila abbonati. Bolloré dovrà fornire 800 addetti ai parcheggi, che saranno a disposizione della clientela dalle otto del mattino alle otto di sera e come uniche entrate avrà gli abbonamenti mensili di 12 euro e il noleggio.
Ma la rivoluzione dell'auto elettrica, che dall'anno prossimo si presenterà ai nastri di partenza in molte versioni diverse, schierate da quasi tutte le case automobilistiche europee (tranne la Fiat), non porta solo una tecnologia nuova sulle nostre strade. Si tratta di una concezione completamente diversa dell'utilizzo dell'auto. Nata come uno strumento di libertà assoluta per eccellenza, lanciato on the road senza la minima costrizione, oggi l'automobile sta cambiando pelle e l'avvento dell'elettrico, con tutti i suoi vantaggi e le sue limitazioni, concorre a questa nuova visione. Imbrigliata nelle reti dell'infomobilità, l'auto diventa sempre più uno dei tasselli che vanno a comporre il grande puzzle dei flussi di persone in movimento, un tassello adatto soprattutto per coprire l'"ultimo miglio", quel famoso tratto di raccordo fra i mezzi di lunga percorrenza su rotaia e le case o gli uffici di tutti noi, che spesso non si può fare a piedi o in bicicletta.
Il cambiamento risponde a un problema oggettivo: la densità. Nel 2050, in un mondo di 9 miliardi di abitanti, all'80% concentrato nelle città, non si potrà fare altrimenti. Ma già oggi, ogni anno 400mila europei acquistano una seconda macchina solo per usarla in città. Per questi spostamenti, una piccola auto elettrica è la risposta giusta: molto più efficiente del motore a combustione interna, meno inquinante e più economica da alimentare. Alla lunga, dalle città dovranno essere bandite tutte le altre auto: troppo grandi e troppo inquinanti per intasare i centri urbani. Chi viene da fuori dovrà avere a disposizione mezzi su rotaia efficienti, con stazioni di car sharing elettriche a ogni fermata, come sta succedendo a Parigi. Altrimenti finiremo per soffocare nei nostri stessi gas di scarico. E di rimanere eternamente imbottigliati in giganteschi ingorghi.