La battaglia d'autunno per l'auto elettrica è cominciata. Autolib’, il servizio di car-sharing elettrico in partenza a Parigi, potrebbe essere il primo passo di una vera rivoluzione per la mobilità urbana, non solo sul piano tecnologico ma anche di sistema. In città il traffico veicolare è di gran lunga il primo responsabile delle emissioni di polveri sottili e di ossidi di azoto, i precursori dell’ozono. A fine agosto, in base ai dati elaborati da LaMiaAria.it, la qualità dell’aria di Milano era "eccellente". Il riposo estivo, con le auto in trasferta, ha fatto scendere al minimo i livelli d’inquinamento. Ma fra non molto ricominceremo a contare i giorni di sforamento dei livelli di PM10: nel 2010 sono stati 134 a Torino, 95 a Napoli, 87 a Milano, 67 a Roma, 65 a Firenze e via enumerando.
Da Parigi, invece, arriva aria nuova. Silenziose e prive di emissioni, tremila auto elettriche made in Italy stanno per invadere la Ville Lumière e 81 comuni limitrofi. Blue Car, disegnata da Pininfarina con la tecnologia di Vincent Bolloré, sarà la protagonista assoluta di questo gigantesco programma di mobilità sostenibile, il più grande del mondo, con un bacino d’utenza di quattro milioni di clienti fra la capitale e l’Ile de France. Blue Car è la prima auto elettrica prodotta in serie alimentata da batterie ai polimeri di litio-metallo, una tecnologia innovativa in grado di memorizzare, a parità di peso, fino a cinque volte l'energia delle batterie tradizionali e quindi di aumentare notevolmente l'autonomia dei veicoli. Alla batteria è abbinato un dispositivo per lo stoccaggio dell'energia, un supercapacitore che recupera e immagazzina l'energia in frenata, per poi renderla disponibile alla ripartenza del mezzo. I grandi produttori come Renault e Peugeot, che stanno investendo miliardi di euro nello sviluppo dell'auto elettrica, hanno preferito le batterie agli ioni di litio, considerate meno instabili. Blue Car dichiara un'autonomia di 250 chilometri, contro i 100 della Smart ED, i 110 della Nissan Leaf o i 160 della Renault Fluence.
Bolloré è convinto della sua scelta, che sta sperimentando da dieci anni con la società Batscap, insieme al colosso dell'energia Edf: la nuova fabbrica di Ergué-Gabéric, nel suo feudo di Finistère, servirà proprio per alimentare le Blue Car destinate ad Autolib'. Il senso industriale della sua sfida è evidente: se riuscirà a convincere il pubblico della bontà di questa tecnologia, alle sue batterie si aprirà un vasto mercato. Per questo ha partecipato alla gara parigina, indetta l'anno scorso, impegnandosi a investire almeno 60 milioni di euro nell'impresa. Così ha battuto due rivali ben più strutturati di lui per la loro esperienza in reti di trasporto: Veolia e il consorzio formato da Ratp, Sncf, Vinci e Avis. Il Comune di Parigi gli ha assegnato in concessione 700 stazioni di parcheggio e ricarica, di cui 500 in superficie e 200 in garage sotterranei. Le prime vetture, già omologate, saranno in circolazione da settembre, in tempo per la presentazione ufficiale durante la Nuit Blanche, il 1° ottobre. A livello di massa, il lancio del servizio è previsto a partire da dicembre. Chiunque potrà accedervi, con soli 12 euro al mese di costo fisso e una tariffa variabile a seconda delle ore di utilizzo.
Ma Autolib’ sarà un laboratorio interessante anche sotto altri punti di vista. Il car sharing elettrico, infatti, rappresenta una sfida per il modello di automobilismo proprietario, profondamente radicato nella nostra società. Non a caso la rivoluzione parte da Parigi, dove appena il 42% degli abitanti ha la macchina. Solo a Londra (36%) e New York (20%) le vetture private sono ancora meno diffuse, mentre Roma e Milano, con oltre 70 auto ogni cento abitanti, hanno un tasso di motorizzazione fra i più alti al mondo. «Modificando i tradizionali confini fra mobilità individuale e trasporto pubblico, Autolib’ porterà nuova linfa alla progettazione della mobilità urbana», spiega Sylvain Marty, direttore del consorzio misto titolare dell’iniziativa. In questo senso, il nuovo servizio dovrebbe aiutare i parigini a ripensare l’intero sistema: i treni del Réseau Express Régional e la fitta rete del metro si potrebbero vedere come le grandi arterie di un organismo complesso, di cui le auto elettriche diventeranno i capillari, quell’ultimo miglio capace di portare gli utenti a destinazione, da porta a porta. E senza gas di scarico.