L’Asia è la nuova frontiera per l’eolico

Asia con il vento in poppa, grazie al 53 per cento delle installazioni eoliche mondiali nel 2011. Nonostante la crisi, l'industria del vento ha messo a segno il suo miglior risultato di tutti i tempi, con vendite di turbine per un totale di 41 gigawatt, il 3% in più rispetto al 2010, che ha portato il totale in funzione a 238 gigawatt, secondo Ihs Emerging Energy Research. In complesso, il mercato del vento ha superato nel 2011 i 71 miliardi di dollari, dai 60,5 miliardi del 2010, puntando verso i 116 miliardi al 2021, in base al rapporto Clean Edge. Il leader incontrastato resta la Cina, che con 18 gigawatt installati ha consolidato il suo primato, a 63 gigawatt, ovvero il 26% della potenza eolica complessiva del pianeta. Seguono gli Stati Uniti, che con 7 gigawatt in più raggiungono quota 47 gigawatt e distanziano sempre più la Germania a 29 gigawatt (+2) e la Spagna a 22 gigawatt (+1). Dopo il quartetto di testa, che da solo rappresenta il 67% della capacità eolica mondiale, continua a guadagnare terreno l'India a 16 gigawatt (+3), mentre ristagnano le installazioni di Francia a 6.800 megawatt (+830) e Italia a 6.750 megawatt (+950), tallonate dal Regno Unito, ora a 6.720 megawatt, ma in grande crescita grazie all'eolico offshore.

Il segreto di questo sviluppo è la crescente competitività di una fonte che ormai fa concorrenza ai combustibili fossili senza bisogno di grandi aiuti, anche per merito dei rincari delle materie prime. I migliori parchi eolici del mondo ora possono produrre energia a un costo di 6,5 centesimi di dollaro per kilowattora, lo stesso di una centrale a carbone, ed entro il 2016 tutte le nuove installazioni in media saranno in grado di competere senza incentivi, secondo i calcoli del Wind Turbine Price Index di Bloomberg New Energy Finance. Siamo infatti a un record al ribasso per i prezzi delle turbine, con un calo del 10% in sei mesi: a livello mondiale, per i contratti firmati nella seconda metà del 2011 con consegna nel 2013, si è arrivati ben al di sotto del milione di euro per megawatt, a una media di 910mila euro per megawatt, contro un prezzo medio di 1,21 milioni di euro per megawatt nel 2009. A pesare, secondo Bloomberg Nef, oltre a una situazione di sovraproduzione, è la competitività dei produttori cinesi, che combattono senza esclusione di colpi per aggiudicarsi ordini anche in mercati emergenti come Brasile, Cile, Ecuador, Pakistan, Etiopia e Australia. Anche per il futuro, si prevede che i prezzi continuino a calare: ci si aspetta che non si riprendano prima del 2014. Una situazione che sembra ricalcare a grandi linee quanto sta accadendo nel fotovoltaico.

Sul medio-lungo termine, è prevedibile che la discesa dei prezzi si rifletta sulla domanda, ricompensando l'industria del momento difficile che sta attraversando. "La sofferenza sul breve termine per i produttori di turbine è innegabile e inevitabile – commenta l'amministratore delegato di Bloomberg Nef, Michael Liebreich – ma l'attuale crollo dei prezzi è una buona notizia per la domanda, dato che l'eolico è sempre più competitivo con il carbone e il gas naturale, in termini di costo del megawattora. Questo fatto è di vitale importanza, considerando la continua riduzione degli incentivi in atto. I fabbricanti di turbine che riusciranno a spingere al massimo sulla riduzione dei costi saranno anche in un'ottima posizione strategica quando il mercato entrerà nella prossima fase di espansione".

Quanto ai produttori di turbine, la danese Vestas mantiene il primato con 5.220 megawatt consegnati nel 2011 (12,7% del mercato globale), scontando però un calo del 2% rispetto all'anno precedente. Dietro ai danesi incalza un'agguerrita pattuglia di colossi cinesi, anche se con attività in contrazione: Sinovel con 3.700 megawatt (-15,7% sul 2010), Goldwind con 3.600 megawatt (-3,5%), Guodian con 3.042 megawatt e Mingyang con 1.500. Il miglior risultato 2011 è quello della spagnola Gamesa, balzata dall'8° al 4° posto grazie a 3.308 megawatt venduti, mentre General Electric è scesa dal 3° al 6° posto con 3.170 megawatt (-16,5%). Mantengono invece le posizioni le tedesche Enercon, quinta con 3.200 megawatt (+7,7%) e Siemens, nona con 2.591 megawatt. Il gruppo indiano Suzlon-Repower è al 7° posto con 3.116 megawatt. Ma attenzione, all'inizio di marzo i cinesi sono sbarcati per la prima volta anche in Europa, con un piccolo parco eolico a Karlstad, in Svezia, che consentirà a Sinovel di dimostrare agli scettici europei la bontà dei suoi prodotti.