Si ricicla la carta, la plastica, il
vetro. E adesso si riciclano anche gli edifici. Le Olimpiadi di
Londra sono state il tripudio dell'architettura temporanea. Due delle
strutture più appariscenti, la Basketball Arena e la Shooting Arena,
verranno smontate per essere riutilzzate altrove, si parla dei
Commonwealth Games di Glasgow.
La Basketball Arena, firmata da
Wilkinson Eyre Architects, è la più grande opera temporanea mai
realizzata: le sue dimensioni di 114 per 96 metri per 35 di altezza
la rendono un'opera che si fa decisamente notare. Una membrana bianca
in pvc tesa tra arcate con tre diverse curvature, avvolge un grande
telaio in acciaio per una superficie complessiva di 20.000 metri
quadri. L'effetto finale è quello di un telo leggero mosso dalla
geometria nascosta della struttura sottostante e dal gioco di effetti
luminosi che alla sera accendono la facciata. Malgrado le dimensioni,
l'edificio è rapido da realizzare, economico e sostenibile: è stata
tra le venues olimpiche più veloci – soltanto 15 mesi di lavoro – e
più economiche, se non altro per il fatto che la struttura è stata
presa in affitto dalla ditta che l'ha costruita e conta di
riutilizzarla per altri eventi sportivi.
Stesso destino per la Shooting Arena di
Magma Architecture, uno studio berlinese specializzato in
architettura temporanea. Le gare di tiro non sono notoriamente tra
gli eventi più seguiti, ma in questo caso ne valeva la pena: erano
collocate a Woolwich, periferia Sud di Londra, nell'area delle Royal
Artillery Barracks, in tre curiosi edifici temporanei, realizzati con
una membrana bianca e lucida in pvc su cui si aprono molteplici oblò
colorati. Secondo alcuni sono simili a un polipo, ma potrebbero anche
ricordare una struttura leggera perforata dagli spari, che in maniera
ironica tingono di arancione, blu e fucsia la facciata. Le aperture
colorate non servono soltanto come gioco estetico, ma costituiscono
l'ossatura che tiene in tensione l'intero involucro e al tempo stesso
permettono l'ingresso della luce e la ventilazione naturale degli
spazi. La membrana in pvc – privo di ftalati – a doppia curvatura
conferisce alle tre strutture un aspetto dinamico ed è completamente
smontabile e assemblabile altrove. Anche la Water Polo Arena, firmata
da David Morley, è destinata a essere smontata, ma è più probabile
che i diversi pezzi siano riutilizzati separatamente. La struttura,
con una copertura inclinata che può contenere 5000 spettatori, è
stata progettata in modo da massimizzare l'uso di componenti
affittabili: gli spalti verranno restituiti alla ditta costruttrice,
mentre il rivestimento di pvc ecologico potrà essere riciclato.