Pantelleria rinnovabile

Sole, mare, vento. Belli da vedere, ma anche utili, se sfruttati con intelligenza. Nei mari nordici ci sono già tante isole quasi completamente autonome, da Bornholm nel Baltico alle Orcadi nel Mare del Nord, alimentate da fonti rinnovabili locali. E nel Mediterraneo? All’Italia non mancherebbe la materia prima: il sole. In più, le isole del Sud sono molto più facili da gestire dal punto di vista energetico, grazie al clima mite, che riduce le necessità di riscaldamento invernale, come dimostrano le civiltà plurimillenarie che, non a caso, vi sono nate.

Pantelleria, la più grande delle isole satelliti della Sicilia, potrebbe diventare uno di questi campioni di sostenibilità, quando sarà realizzato il progetto di Global Hybrid Power, che verrà presentato questa settimana alla conferenza internazionale Greening the Islands, una due giorni in programma proprio a Pantelleria, molto densa di interventi dei principali operatori che si muovono a livello pubblico e privato sul tema della gestione energetica e idrica sostenibile per le isole, da Panos Coroyannakis di Islenet (Network of European Islands for Energy & the Environment) a Jaime Ochogavia, direttore dell’energia per le Baleari, da Francisca Luengo, responsabile della gestione energetica delle Canarie, a Dan Weinstock della Green Energy Association of Israel.

Pantelleria è ancora completamente dipendente dall’esterno: brucia gasolio in una centrale da 20 megawatt, per coprire il fabbisogno elettrico dei suoi 7700 abitanti, che raddoppiano nella stagione estiva, con il picco annuale in agosto. Il consumo elettrico pro capite pantesco è di oltre il 30% più elevato rispetto alla media nazionale, anche perché l’isola ha bisogno di due impianti di dissalazione dell’acqua, estremamente energivori. Ma grazie all’energia del sole i panteschi potrebbero ridurre di oltre due terzi il loro consumo di gasolio, ibridizzando la centrale esistente, che servirà come backup per quando il sole non splende, con una batteria a fare da cuscinetto.

Il progetto, già autorizzato, per ora si limita all’installazione di un megawatt di pannelli solari, ma in prospettiva punta allo sviluppo di un mega-impianto da 15 megawatt fotovoltaici. In questo modo, dal consumo attuale di oltre 10 milioni di litri di diesel all’anno, si taglierebbero oltre 7 milioni di litri, con tempi molto rapidi di ammortizzazione dell’investimento: in meno di 4 anni, considerando un costo del gasolio di 1,5 euro al litro.

“Unito a una smart grid, per rispondere in tempo reale agli sbilanciamenti domanda/offerta, e abbinato a una gestione idrica intelligente, il nuovo impianto potrebbe trasformare l’isola in un laboratorio dedicato alle fonti rinnovabili, oltre a portare un enorme risparmio energetico complessivo”, spiega Gianni Chianetta, vice presidente di Global Hybrid Power e anima del progetto. Pantelleria diventerebbe così un esempio per tutte le altre isole, anche grazie alle nuove indicazioni del piano Destinazione Italia, che punta a “un processo di progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili”, com’è scritto nel testo della legge, di cui si attendono i decreti attuativi entro fine novembre. Con questa spinta, nelle isole italiane si potrebbero avviare tanti progetti pilota sostenibili con diversi modelli di business, da diffondere poi nel resto del mondo.

Per adesso, invece, le nostre isole si basano tutte su gruppi elettrogeni più o meno grandi, in genere azionati da motori navali alimentati a gasolio, con inquinamento rampante e inefficienze macroscopiche. Visto che l’elettricità prodotta in questo modo è costosissima, per non creare sacche di sottosviluppo la tariffa degli isolani è equiparata a quella sul continente e i sovraccosti sono ripianati senza condizioni, pesando sulle bollette degli altri cittadini italiani. Questo sistema, che sgrava i locali dai propri costi energetici esorbitanti, ha indotto a non migliorare il sistema produttivo e quindi le isole continuano a usare la fonte peggiore, pur rientrando a pieno titolo nella Sun Belt del pianeta, dove l’energia del sole ha già raggiunto la grid parity, ovvero la competitività con i combustibili fossili.

Per non parlare del fatto che, in quanto isole per la maggior parte vulcaniche, queste piccole perle potrebbero sfruttare anche il calore della terra a fini energetici. Il vento, poi, non manca e qualche pala eolica non farebbe certo più danno di una centrale a gasolio. Con tutte queste fonti rinnovabili a disposizione, le isole minori italiane sembrano casi da manuale per diventare esempi da parata di energia verde e reti intelligenti, con potenziali ricadute sul turismo di fascia alta, soprattutto proveniente dai Paesi del Nord, dove la consapevolezza ambientale attira almeno quanto le bellezze naturali.