La batteria dal volto domestico

Tesla non è la prima a fornire sistemi di accumulo abbinati al fotovoltaico, ma potrebbe diventare la Apple delle batterie domestiche. La società, già leader mondiale nel mercato della mobilità elettrica, vuole usare le sue batterie agli ioni di litio per posizionarsi tra i leader dello storage anche nelle case, nelle aziende e sulla rete elettrica: la linea di prodotti appena lanciata sul mercato è destinata a coprire tutte queste aree di utilizzo.

Per Powerwall, la batteria residenziale, Tesla ha già ricevuto 40mila ordini nei primi giorni di lancio. Prodotta in due versioni, da 7 e da 10 kWh, verrà commercializzata verso la fine dell’estate con prezzi agli installatori – dunque esclusi inverter e installazione – di 3000 e 3500 dollari (cioè circa 2.700 e 3.140 euro). Le vendite in Europa inizieranno dalla Germania.

Powerwall è un pacco batterie agli ioni di litio, provvisto di un sistema per il controllo della temperatura, per evitare il rischio di incendio, e di un’interfaccia in grado di dialogare con un inverter. Pesa 100 chili e misura 130 centimetri per 86, è profonda solo 18 centimetri e si può installare sia all’interno che all’esterno. Per soddisfare esigenze particolari, nel caso ad esempio di una piccola impresa, vale anche il montaggio modulare, collegando assieme più batterie, fino ad ottenere una capacità di accumulo di 90 kWh per il modello da 10 kWh e di 63 per quello da 7 kWh.

Powerwall, però, da sola non basta. Per farla funzionare ci vuole un inverter ad hoc: chi ha già un impianto fotovoltaico difficilmente potrà usare l’inverter che già ha installato, perché serve un inverter capace non solo di regolare la carica, ma anche di gestire la batteria, monitorare i carichi e interfacciarsi in maniera intelligente con l’intero impianto elettrico di casa. Ai 3000 dollari di Powerwall, quindi, bisogna aggiungere una spesa importante per un inverter intelligente: i prodotti attualmente in commercio costano 2000-2500 euro, ma il prezzo reale alla fine potrebbe essere inferiore, quando si venderà il pacchetto completo batteria-inverter. Per ora l’unico prezzo installazione e inverter inclusi è quello fatto da SolarCity, la società “sorella” di Tesla, che venderà il modello da 10 kWh, installazione e inverter inclusi con un anticipo di 5000 dollari per un leasing di 9 anni o a 7140 dollari per l’acquisto. Ma Tesla ha già annunciato la partnership con produttori di inverter come Fronius e Solaredge, per consentire di installare un solo inverter capace di gestire anche la batteria.

Questa è solo una situazione transitoria, destinata a migliorare nei prossimi anni, con una rapida discesa dei prezzi man mano che cresceranno le economie di scala. Lo sbarco di Tesla su questo mercato, che secondo gli analisti dovrebbe moltiplicarsi per dieci solo nei prossimi quattro anni, non potrà che accelerare questo trend. Già ora i leader di mercato delle batterie al litio, tra cui Tesla, stanno producendo a costi che fino a un paio di anni fa si prevedeva sarebbero stati raggiunti solo nel 2020. Valutando queste evoluzioni, Deutsche Bank ha stimato in un rapporto recente che il costo aggiuntivo per dotare di storage un impianto fotovoltaico tra cinque anni calerà di sette volte. In base a questa previsione, per Deutsche Bank in Italia tra cinque anni prodursi da soli la propria elettricità con i pannelli solari e stoccarla nella batterie costerà meno della metà rispetto ad acquistarla dalla rete.

Una forte spinta alla riduzione dei prezzi dovrebbe venire con l’operatività della GigaFactory, che Tesla e Panasonic stanno realizzando in Nevada. Aprirà nel 2017 e 6500 operai saranno in grado entro il 2020 di produrre ogni anno una capacità totale di 50 gigawattora di batterie al litio, portando al raddoppio della produzione mondiale di questi accumuli. Da lì in poi, soltanto la Cina potrà far meglio.