Power to the people. Sembra uno slogan degli anni Sessanta, invece è il titolo di un rapporto firmato dagli analisti di Hsbc sulle batterie domestiche, una delle tre tecnologie, insieme ai pannelli solari e all’auto elettrica, destinate a rivoluzionare il sistema energetico globale. Con le batterie, per le rinnovabili cambia tutto. Sia a livello di grandi impianti che di generazione distribuita, sia per l’operatore di rete che per il produttore, la vita diventa molto più facile.
Per i clienti retail la rivoluzione è già cominciata con la discesa in campo di Tesla, che ha lanciato da qualche mese la batteria residenziale Powerwall, trasferendo il suo know-how negli accumuli agli ioni di litio per posizionarsi tra i leader dello storage anche nelle case e nelle aziende. Nell’ultima lettera del patron di Tesla, Elon Musk, agli investitori si parla di “una domanda molto forte per i prodotti Tesla Energy a livello globale, in particolare in Australia, Germania e Sud Africa”.
Per cogliere le opportunità che si aprono con questo boom di richieste (già prima del lancio Powerwall aveva ricevuto 38mila prenotazioni), Musk ha accelerato i lavori di costruzione della GigaFactory, la fabbrica di batterie più grande del mondo che Tesla e Panasonic stanno mettendo in piedi in Nevada, e ha già trasferito una parte della produzione nel nuovo stabilimento, che sarà pienamente operativo entro la fine del 2016. Nei programmi di Tesla, la produzione della “gigafabbrica” dovrebbe crescere fino a produrre entro il 2020 50 GWh di batterie all’anno, equivalenti a tutte le batterie agli ioni di litio prodotte l’anno scorso nel mondo. In questo modo, Musk conta di riuscire a far scendere del 30% i costi del kWh accumulato. Una previsione non particolarmente ardita, considerando che già oggi i costi delle batterie si riducono del 20-30% a ogni raddoppio della produzione, tanto che Deutsche Bank prevede che il costo aggiuntivo per dotare di storage un impianto fotovoltaico tra cinque anni calerà di sette volte.
Non a caso anche altri colossi si stanno attrezzando: dopo quelle di Tesla, sono arrivate sul mercato anche le batterie di Mercedes-Benz, che già produce sistemi di accumulo agli ioni di litio per la rete, ma ora punta ai privati e al residenziale. Daimler sbarca sul mercato dell’energy storage domestico attraverso la controllata ACCUmotive, che produce nello stabilimento di Kamenz, in Sassonia. In collaborazione con EnBW, Daimler venderà, sia in Germania che all’estero, batterie al litio da 2,5 kWh e da 5,9 kWh, più piccole quindi di quelle di Tesla, che offre due versioni, da 7 e da 10 kWh, con prezzi agli installatori – dunque esclusi inverter e installazione – di 3000 e 3500 dollari.
Sia Tesla che Daimler, comunque, le considerano sistemi modulari: ad esempio si potrà avere un accumulo da 20 kWh con otto dispositivi da 2,5 kWh. L’autunno scorso Daimler ha venduto la sua partecipazione, del 4%, in Tesla e quindi ora le due aziende dell’automotive si troveranno ad essere concorrenti sul fronte delle batterie da abbinare al fotovoltaico. Una competizione che non potrà che accelerare la discesa dei prezzi.