La regione belga delle Fiandre è considerata uno dei modelli più efficaci nello sviluppo di un’economia circolare in Europa, con meno dell’1% dei rifiuti avviato in discarica e il 70% riciclato, riusato o compostato.
Una piccola organizzazione senza scopo di lucro, con sede nella città di Mechelen, agisce da acceleratore della circolarità, promuovendone i principi nelle imprese, per stimolare la sperimentazione e l’innovazione in materia di riuso e riciclo. L’organizzazione (Ovam) ha avviato nel 2011 il programma Materiali, premiato l’anno scorso a Davos fra gli “eroi” dell’economia circolare, con lo scopo di convertire le Fiandre in una regione dove i cicli di materiale sono chiusi. Nato dalla constatazione che le Fiandre dipendono quasi totalmente dalle importazioni di varie materie prime, il programma ha realizzato una “rete delle reti”, creando pacchetti già testati per aiutare soggetti pubblici e privati ad adottare modelli di acquisti di beni provenienti dall’economia circolare. Formato da quattro cluster (materiali da costruzione sostenibili, bioeconomia, chimica sostenibile e metalli essenziali), il suo ruolo è duplice: spiegare ad aziende e amministrazioni pubbliche che l’economia circolare è “molto più che riciclare” e accompagnarle in un percorso che arrivi ad azioni concrete.
Fondato da un coordinamento molto efficace fra associazioni industriali, istituti di ricerca, il governo e le organizzazioni ambientaliste, il programma si basa su tre pilastri. Da un lato c’è il Piano C, fulcro strategico dell’economia circolare nelle Fiandre, creato da Ovam per promuovere un cambiamento di mentalità e accelerare la transizione. Poi c’è la ricerca applicata all’economia circolare, con il Centro di Ricerca Politica per la Gestione dei Materiali Sostenibili (Summa), che riunisce un ampio spettro di ricercatori e indaga quali condizioni economiche, politiche e sociali devono essere soddisfatte per realizzare la transizione. Infine l’Agenda 2020, con un ventaglio di 45 progetti concreti con un calendario chiaro da rispettare.
Per Jiska Verhulst, direttrice del Piano C, l’obiettivo è proprio andare oltre la teoria. “Dopo anni di studi e relazioni sui modelli ideali di economia circolare, ora il fine principale dev’essere di realizzare esperimenti e progetti dimostrativi, che mostrino come mettere in pratica questi principi”. Il programma punta in particolare su sei progetti di leva strategica. Uno di questi è la promozione delle Fiandre come hub di riciclo per l’Europa attraverso i suoi porti, fornendo opportunità di importare materiali di scarto e prodotti complessi arrivati a fine vita per il riutilizzo, il ricondizionamento e il riciclo. Un altro progetto leva sta sviluppando il potenziale occupazionale dell’economia circolare, sintonizzando la formazione su questi temi per fornire le necessarie competenze per i nuovi posti di lavoro legati alle opportunità di economia circolare. In pratica, è un’intera regione che si muove guardando al futuro, verso le energie rinnovabili, lo sviluppo di una nuova politica industriale e la pianificazione di una nuova economia.