Torna a casa, drone

Il drone si alza in volo dalla sua base e sorvola il territorio per mappare un giacimento petrolifero, per misurare la quantità di materiale estratto da una miniera, per analizzare l’aria attorno a uno stabilimento chimico. Non è un giocattolo, ma un prodotto industriale, pensato per risolvere con eleganza alcuni problemi fondamentali dell’industria mineraria e petrolifera, che infatti l’ha subito adottato. Airobotics è ancora una startup, fondata nel 2014 da Ran Krauss, ma ha già 130 dipendenti, ha piazzato una decina di ordini e conta di arrivare all’utile l’anno prossimo. La differenza rispetto ai suoi competitor sta nella base, un grande scatolone di metallo che si apre e si chiude, dove il drone alloggia quando non vola e dove può ritornare ogni mezz’ora durante le sue missioni, per cambiare la batteria grazie a un sistema automatizzato, che gli consente di prolungare molto la sua autonomia.

Elli è la dea della vecchiaia nella mitologia norrena e ElliQ è un piccolo robot gentile dal design sorprendente, che serve ad arricchire la vita degli anziani, mantenendoli attivi e riducendo la solitudine, spesso motivo di depressione. ElliQ fa da tramite fra l’anziano e il mondo digitale, invitandolo a partecipare a una serie di attività, suggerendo iniziative e contenuti, come ad esempio le conferenze Ted, musica e audiolibri o le foto dei nipoti, da guardare e ascoltare su un tablet che tiene in mano. Prodotto da Intuition Robotics di Dor Skuler e Roy Amir, ElliQ è un mago dell’intelligenza artificiale, grazie alla quale può imparare le preferenze e i comportamenti tipici del suo proprietario, per offrire proposte personalizzate.

Zebra è una tecnica per insegnare alle macchine a fare diagnosi, basandosi sul deep learning. Fondata nel 2013 da Eyal Gura, dopo una diagnosi sbagliata che gli fece rischiare la vita, Zebra insegna allo scanner a riconoscere nelle immagini mediche le tracce di tumori o di malattie cardiovascolari meglio dei radiologi, attingendo a un vasto database per individuare le caratteristiche allarmanti in base a un algoritmo molto più accurato dell’occhio del medico. Inserita da Fortune nella Top 50 delle imprese che guidano la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, Zebra sta concludendo una serie di accordi che porteranno il suo sistema a diventare un’applicazione standard nei computer di vari sistemi sanitari americani.

Tre startup diverse, che hanno in comune un rapido successo, oltre al fatto di avere la sede nei dintorni di Tel Aviv e radici nella ricerca israeliana sull’intelligenza artificiale. Le tre aziende rispecchiano la vivace fioritura che ha movimentato l’ecosistema locale negli ultimi anni, facendo di Tel Aviv il secondo hub globale dell’innovazione dopo Silicon Valley, secondo il parere di Steve Ballmer, dove incubatori e finanziatori fanno a gara per trovare il prossimo unicorno. SoSa (South of Salame), da un’importante arteria di Tel Aviv, è uno dei più grandi incubatori con 2500 startup e 400 partner industriali. Fondato tre anni fa da un team di entusiasti dell’innovazione, SoSa occupa quattro piani di un edificio industriale a Tel Aviv e ospita anche il primo acceleratore dell’Enel fuori dall’Italia. “Abbiamo individuato 60-70 startup focalizzate sull’innovazione energetica e presto sceglieremo le tecnologie più interessanti per integrarle nel nostro portafoglio”, spiega Eran Levy, responsabile dell’Enel Innovation Hub.

“Ci sono circa seimila startup hi-tech in Israele al momento, tre quarti delle quali sono già state finanziate da una fonte esterna, che sia un business angel, un fondo di venture capital o un finanziamento governativo”, spiega Chemi Peres, figlio dello statista scomparso l’anno scorso e fondatore di Pitango, il più grande fondo di venture capital israeliano. Dai primi anni Novanta, Peres ha raccolto 2 miliardi di dollari, principalmente dagli Usa e dalla Cina (dall’Europa è arrivato meno del 20%), investendo in oltre duecento società. Non mancano nemmeno le piattaforme di crowdfunding, come OurCrowd, una community di quasi 17mila investitori da oltre 110 Paesi, che ha investito più di 400 milioni di dollari in 110 società locali. Un ecosistema completo, da cui ci sarebbe molto da imparare.